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«La Svizzera ha una grande tradizione diplomatica»

RDB

La Russia attribuisce grande valore all'opera di mediazione della Confederazione nel quadro del conflitto georgiano. Secondo Igor Bratschikov, ambasciatore russo a Berna, le relazioni tra i due paesi alla vigilia della visita del presidente Dimitri Medvedev sono eccellenti.

Igor Bratschikov è ambasciatore della Federazione russa in Svizzera e nel Principato del Liechtenstein dal 2007. Swissinfo.ch lo ha intervistato per analizzare le relazioni passate, presenti e future tra i due paesi.

swissinfo.ch: Il 2009 è un anno importante nelle relazioni tra Russia e Svizzera, incominciando dal campionato mondiale di hockey a Berna, vinto dalla nazionale russa proprio come nel 1990. La Confederazione porta fortuna alla Russia?

Igor Bratschikov: Posso interpretare questa domanda come una proposta di organizzare ancora a Berna i futuri campionati (ride)? Parlando seriamente, quello vissuto in maggio è stato un avvenimento estremamente emozionante.

Nel contempo, spero che la Svizzera sia cosciente del contributo russo al benessere di questo paese. Nel 1815, al Congresso di Vienna, la Russia si è fortemente impegnata a favore della neutralità e dell’indipendenza elvetiche. Inoltre, grazie alla vittoria dell’Unione sovietica e degli alleati contro la Germania nazista – 64 anni or sono – la Confederazione ha potuto conservare i propri valori.

swissinfo.ch: Tra alcuni giorni il presidente della Federazione russa Dimitri Medvedev sarà in Svizzera. Si tratta della prima visita ufficiale di un presidente russo in Svizzera. Qual è l’obiettivo di questo viaggio?

Igor Bratschikov: Non si tratta soltanto della prima visita di un presidente russo, ma anche la prima visita di un capo di Stato russo. Infatti, né lo zar, né un segretario generale del partito comunista si sono mai recati nella Confederazione in veste ufficiale.

La visita ha due obiettivi: in primo luogo, illustrare le eccellenti relazioni tra i due paesi. I rapporti tra Svizzera e Russia, basati sull’uguaglianza e sul rispetto reciproco, si stanno infatti sviluppando molto dinamicamente. Secondariamente, la visita vuole dare nuovi impulsi per l’ulteriore crescita di queste relazioni negli anni a venire.

swissinfo.ch: La prevista visita del presidente Medvedev al monumento in memoria del generale Suvorov nel canton Uri sottolinea l’importanza, ancora oggi, di questo personaggio russo del XVIII secolo. Come spiegare la sua carica simbolica?

I.B.: Suvorov è la figura più importante della storia militare russa, ed è molto popolare in Russia da 200 anni. Durante la sua carriera non ha perso una sola battaglia. Un altro suo aspetto importante, tuttavia, è il fatto di essere stato un condottiero assai legato al popolo; Suvorov attribuiva un alto valore alla vita umana.

Inoltre, Suvorov era anche molto umano nei confronti degli avversari da lui sconfitti. Siamo estremamente riconoscenti per il fatto che la popolazione ne conservi la memoria, segnatamente nei luoghi di attraversamento delle Alpi.

Il generale Suvorov è stato anche un grande teorico militare. Ancora oggi, per i soldati e per la popolazione egli costituisce un grande esempio di amore verso la patria.

swissinfo.ch: Per quanto concerne l’importanza politica della Svizzera, va sottolineato che la Confederazione rappresenta attualmente gli interessi russi e georgiani nel quadro del conflitto tra i due Stati. Quanto è importante questo ruolo nell’ottica della Russia?

I.B.: La Federazione russa è molto soddisfatta dell’operato elvetico a Tbilisi. Più in generale, stimiamo molto l’esperienza svizzera in ambito diplomatico: consideriamo infatti la Confederazione un paese di grande tradizione diplomatica.

swissinfo.ch: In Russia e all’estero parecchi giornalisti e difensori dei diritti umani russi sono stati assassinati in circostanze ancora non chiarite. Il Dipartimento svizzero degli affari esteri ha protestato contro tali crimini e criticato le indagini poco efficaci. Gli appelli di Berna sono considerati seriamente a Mosca?

I.B.: Evidentemente trattiamo questi casi con la dovuta serietà, ma non in ragione delle critiche provenienti dall’estero. La popolazione, il governo e il presidente considerano infatti questa situazione una sfida per la Russia.

Non sono d’accordo in merito all’efficacia delle indagini. Per quanto concerne il caso Politkovskaja, vi sono per esempio stati progressi: sono stati effettuati degli arresti e il processo è ricominciato. Inoltre, anche gli altri casi non sono stati abbandonati.

swissinfo.ch: Cosa possono imparare la grande Russia e la piccola Svizzera l’una dall’altra?

I.B.: Le nostre relazioni bilaterali sono un esempio che dimostra come un grande e un piccolo paese possano discutere da pari a pari e in tal modo capire meglio le posizioni rispettive. Sulla scena internazionale in questo momento le nostre posizioni sono molto vicine, sia in seno all’ONU sia a livello europeo.

swissinfo.ch: La Russia è uno Stato multietnico. La Svizzera, in un certo senso, lo è a sua volta, essendo composta da quattro culture diverse.

I.B.: Esatto, e possiamo approfittarne mutualmente. La Russia può trarre insegnamenti dalla Svizzera, che già da molto tempo ha fatto delle esperienze positive in materia di multiculturalità e delle diverse religioni.

Anche la Russia però da 1’000 anni unisce tra loro diverse culture e religioni in un solo Stato, nel quale, ad esempio, cristiani e musulmani lavorano bene assieme. Questa esperienza è stata straordinaria.

swissinfo.ch: La Svizzera è fiera di alcuni suoi valori come la libertà, la democrazia, l’indipendenza…

I.B.: … e il federalismo!

swissinfo.ch: Giusto. Nel calendario pubblicato dalla vostra ambasciata, enumerate tra i valori russi la sincerità e la riservatezza. Li condividiamo?

I.B.: Certo e nel prossimo calendario mostreremo che vi sono anche molti altri valori che abbiamo in comune. Il federalismo è uno di questi e l’esperienza svizzera può essere molto importante.

swissinfo.ch: Nel marzo del 2009 il consigliere federale Pascal Couchepin ha firmato a Mosca un nuovo accordo per rafforzare la cooperazione in ambito culturale. In che misura la cultura è importante nelle relazioni tra i due paesi?

I.B.: Rappresenta da secoli uno dei pilastri più importanti. Architetti come Trezzini e Le Corbusier, scrittori come Frisch o Dürrenmat, il matematico Eulero o riformatori come Zwingli e Calvino sono persone note da qualsiasi russo dotato di una certa cultura.

Allo stesso modo, spero che Tjutcev, Karamzin, Zukovskij, Puskin, Tolstoi e altri personaggi non siano degli sconosciuti in Svizzera. Recentemente a Lucerna è d’altronde stata scoperta una targa commemorativa alla memoria di Tolstoi, che dopo una visita a quella bella città aveva scritto un racconto intitolato proprio ‘Lucerna’.

Se si pensa a quanti artisti russi sono attualmente attivi in Svizzera, si può tranquillamente affermare che da un punto di vista culturale i legami tra i due paesi sono talmente forti che non possono essere rescissi.

Renat Künzi e Peter Schibli, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento di Andrea Clementi)

Gli scambi tra i due paesi sono già intensi nel XVIII secolo: scrittori, artisti ed eruditi russi visitano la Svizzera, mentre cittadini elvetici emigrano in Russia lasciando tracce della loro presenza, per esempio in ambito architettonico.

Nel XIX secolo la Russia è una delle grandi potenze a garantire la neutralità permanente della Svizzera. All’inizio del XX secolo, numerosi artisti, studenti e dissidenti politici russi, tra i quali Lenin, soggiornano in Svizzera. Nel 1918, nel contesto dei moti rivoluzionari, i due paesi interrompono le relazioni diplomatiche, riallacciandole solo nel 1946.

Dalla fine della guerra fredda, i contatti si sono intensificati rapidamente sul piano politico, economico, scientifico e culturale.

Per la Svizzera, la Russia è diventato un partner commerciale importante: la Confederazione rientra infatti tra i principali paesi investitori nella Federazione.

Inoltre, la Russia è l’unico membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU con il quale avvengono annualmente visite reciproche a livello ministeriale.

Contemporaneamente, vi è un dialogo costante per quanto concerne i diritti dell’uomo, la sicurezza, il disarmo.

Da ormai 10 anni, la Svizzera fornisce sostegno tecnico e finanziario nonché un aiuto umanitario, in particolare nel Caucaso del Nord. La Svizzera rappresenta dal 2009 gli interessi diplomatici di Mosca in Georgia, e quelli di Tbilisi nella capitale russa.

La visita di Stato del presidente russo Dimitri Medvedev è prevista il 21 e 22 settembre.

Secondo le usanze in voga nella diplomazia, il governo svizzero confermerà le date e renderà noti i dettagli del programma una settimana prima dell’inizio del viaggio.

Nel corso della visita, il presidente russo incontrerà tutti i sette membri del governo elvetico.

Medvedev si recherà pure nel canton Uri, dove visiterà il monumento alla memoria di Alexander Suvarov, il generale russo che nel 1799 attraversò le Alpi con le sue truppe.

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