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“La Serbia ha compreso che il Kosovo è uno Stato”

Il primo ministro kosovaro Hashim Thaci durante una visita in una scuola a Pristina, nel febbraio 2008 Reuters

Il Kosovo, il più giovane stato al mondo, festeggia martedì il suo primo compleanno. Il premier Hashim Thaci, che in passato visse anche in Svizzera come rifugiato politico, ne aveva dichiarato l'indipendenza poco dopo la sua elezione.

Il 40enne capo del Governo esige ora un riconoscimento ufficiale del Kosovo da parte della Serbia. E promuove l’avvio di relazioni bilaterali con Belgrado, come spiega a swissinfo in un’intervista.

swissinfo: Il Kosovo festeggia il suo primo compleanno. Come sta questa nuova Repubblica ?

Hashim Thaci: Cresce e diventa sempre più forte. Insomma è in buona salute.

swissinfo: Finora è stata però riconosciuta soltanto da 54 stati.

H.T.: Prima di tutto voglio ringraziare tutti i paesi che hanno già riconosciuto l’indipendenza del Kosovo. Molti altri sono ancora in fase di riconoscimento, ma rispetto le procedure in vigore all’estero.

La maggior parte dei paesi ha promesso di riconoscerci. Ma non posso dirle quando questo avverrà perché la scelta spetta ai singoli stati sulla base dei loro interessi nazionali.

swissinfo: Su richiesta della Serbia, la Corte internazionale di giustizia dell’Aia sta analizzando la validità della vostra dichiarazione di indipendenza. Cosa farete se la conclusione sarà negativa?

H.T.: Non posso immischiarmi nel lavoro della Corte di giustizia e non voglio che questa indagine venga strumentalizzata. Rispetteremo e analizzeremo la decisione presa.

swissinfo: In Kosovo vivono circa 130’000 serbi, su una popolazione di quasi due milioni. Come conquistare la fiducia di questa minoranza?

H.T.: I serbi siedono in Parlamento e in Governo, che io dirigo, e sono parte integrante della nostra società. I loro diritti vengono rispettati e garantiti dalla Costituzione. Il Kosovo è la patria di tutti i suoi cittadini.

swissinfo: Si aspetta che i serbi parteciperanno alla neocostituita forza di sicurezza?

H.T.: Attualmente il 6% delle forze si sicurezza è di origine serba. Questo significa che sono già multietniche. Anche nei servizi di sicurezza lavorano dei serbi, così come in tutte le istituzioni a livello centrale o locale.

swissinfo: Che tipo di comportamento si aspetta da Belgrado?

H.T.: Mi aspetto che la Serbia riconosca al più presto la sovranità del Kosovo. Sarebbe la cosa migliore per la pace e la stabilità nella regione, la cosa migliore per entrambi i paesi.

Siamo pronti ad avviare delle relazioni diplomatiche con la Serbia e ad aprire un’ambasciata a Belgrado, in modo da poter funzionare come due Stati normali.

swissinfo: Ma è possibile con l’attuale Governo serbo?

H.T.: Non è tanto un problema del Governo, che è disposto a riconoscere la Repubblica del Kosovo, ma del fatto che è ostaggio di una visione antialbanese a Belgrado.

swissinfo: Pensa realmente che all’interno del Governo ci sia la volontà di riconoscere il Kosovo?

H.T.: La Serbia ha compreso che il Kosovo è uno Stato. Arriverà dunque il giorno in cui verrà presa una decisione in tal senso. Spero il più presto possibile.

swissinfo: Quando assumerete il controllo della parte nord della città di Mitrovica e del Kosovo settentrionale, abitati pressoché da serbi?

H.T.: Al momento la missione Eulex dell’Unione Europea è operativa su tutto il territorio del Kosovo. Si tratta senza dubbio di una sfida che può essere superata.

swissinfo: Siete pronti anche ad usare la forza per avere indietro il Nord?

H.T.: No, per nessun motivo. Qualsiasi proposito violento per normalizzare la situazione a Mitrovica sarebbe rischioso.

swissinfo: Allora perché non lasciare semplicemente perdere il Nord? Così si risolverebbe un gran problema.

H.T.: Non si tratta di concludere un affare commerciale. Il futuro di Mitrovica è il futuro del Kosovo.

swissinfo: A che punto il Kosovo è toccato dalla crisi finanziaria ed economica?

H.T.: Il Kosovo non è un paese isolato, ma parte integrante della società mondiale. Gli effetti della crisi si fanno dunque già sentire, soprattutto per quanto concerne la diaspora. Anche gli investimenti esteri sono toccati. Il sistema bancario è comunque molto stabile.

swissinfo: Come intendete far fronte all’alto tasso di disoccupazione nel paese, soprattutto tra i giovani?

H.T.: Nel 2008 sono stati creati migliaia di nuovi posti di lavoro. È stato un anno davvero positivo e credo che questa tendenza proseguirà anche nel 2009.

swissinfo: Quale partner è più importante per il Kosovo: l’Unione Europea o gli Stati Uniti?

H.T.: Le relazioni tra Pristina e Washington sono eccellenti. Sono fiero si essere il primo ministro di un paese filoamericano. Ma il Kosovo è anche parte della famiglia europea. E vogliamo diventare membri dell’UE e della NATO.

swissinfo: E le relazioni bilaterali con la Svizzera?

H.T.: I rapporti con la Confederazione sono fantastici. La Svizzera è stato uno dei primi paesi a riconoscere l’indipendenza del Kosovo. Il ponte tra i nostri due paesi è molto forte.

Io stesso ho vissuto in Svizzera e serbo i migliori ricordi di quegli anni. E forse in futuro il Kosovo diventerà addirittura la Svizzera di questa regione. Vorrei ringraziare ancora una volta il popolo svizzero e il Governo per il costante sostegno.

swissinfo: Il fatto di aver studiato e vissuto in Svizzera l’aiuta nel lavoro di Governo?

H.T.: Ho imparato molto in Svizzera. Ma l’essere o meno un buon primo ministro non dipende soltanto da dove si è vissuto. Le esperienze che ho fatto in Svizzera, soprattutto all’università di Zurigo, mi sono comunque state molto utili.

Intervista swissinfo, Norbert Rütsche, Pristina
(Traduzione e adattamento Stefania Summermatter)

PDK: Con il Partito democratico del Kosovo, Hashim Thaci ha vinto le elezioni parlamentari del 17 novembre 2007 e il 9 gennaio è stato nominato primo ministro. Un mese più tardi, il 17 febbraio 2008, ha proclamato l’indipendenza del paese.

UCK: Hashim Thaci è uno dei fondatori dell’Esercito di liberazione nazionale, che ha condotto in Kosovo una lotta armata contro l’esercito e la polizia serbi. Durante la guerra (1998/99), è stato il leader politico del movimento.

NATO: Alla Conferenza di Rambouillet, nel febbraio-marzo 1999, durante la quale la comunità internazionale ha tentato di trovare una soluzione pacifica al conflitto kosovaro, Hashim Thaci era a capo di una delegazione albanese del Kosovo. Dopo il fallimento della conferenza, la NATO aveva lanciato degli attacchi aerei contro degli obiettivi serbi.

In Svizzera: Hashim Thaci è stato uno dei leader del movimento studentesco di resistenza contro la potenza serba tra il 1990 e il 1993. Nel 1995, ha ottenuto l’asilo politico in Svizzera. In seguito ha studiato scienze politiche e storia dell’Europa del sud-est all’università di Zurigo. Dalla Svizzera, Hashim Thaci ha contribuito in modo sostanziale alla crescita dell’UCK. È ritornato in Kosovo nel 1998.

Popolazione del Kosovo: 2,1 milioni (stima del 2007).

Superficie: 10’887 km2 (Svizzera: 41’285 km2).

Lingue ufficiali: albanese e serbo.

In Svizzera vivono tra i 170 e i 190mila kosovari.

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