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«La DSC non è affatto in crisi»

A fine aprile Walter Fust lascerà la DSC dopo 15 anni di servizio Keystone

Il direttore dimissionario della DSC Walter Fust si rallegra di poter lasciare l'agenzia federale per lo sviluppo e la cooperazione in «un eccellente stato». Rispedite al mittente le critiche sull'aiuto svizzero alle vittime dello tsunami.

Il lavoro svolto dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) gode in tutto il mondo di alta considerazione. Una stima conquistata anche grazie al contributo di Walter Fust.

swissinfo: Quale è stato l’impulso più importante che ha potuto fornire durante i suoi 15 anni ai vertici della DSC?

Walter Fust: La governabilità interna, in particolare attraverso il consolidamento dei settori in cui siamo attivi: aiuto umanitario, cooperazione con l’Europa dell’Est e sviluppo bilaterale e multilaterale.

swissinfo: Lei è stato definito l’uomo dal budget di oltre un miliardo di franchi. Quanto è potente il direttore della DSC?

W.F.: A differenza del parere di alcuni, non sono né potente e nemmeno un re. Ho innanzitutto una grossa responsabilità, affidatami dal Consiglio federale. Il mio operato è costantemente sottomesso al controllo del Parlamento.

Godo però di una certa libertà nella messa in atto dei mandati. Una libertà che ho sfruttato per raggiungere gli obiettivi della DSC, sempre nel pieno rispetto delle direttive. Sono un potente a causa della mia funzione, e non in quanto individuo.

swissinfo: La Confederazione consacra attualmente all’aiuto allo sviluppo lo 0,4% del prodotto interno lordo. Per raggiungere gli Obiettivi del Millennio, l’ONU chiede però lo 0,7%…

W.F.: La comunità internazionale valuta questo 0,4% decisamente insufficiente. Il Consiglio federale è però confrontato alla realtà politica. Sono perciò grato al governo per aver previsto un tasso di crescita del 3,3% del budget dell’aiuto allo sviluppo per i prossimi sette anni. Considerati i fondi destinati ad altre attività della Confederazione, possiamo ritenerci tra i più sostenuti.

swissinfo: Il Consiglio federale ha recentemente rinnovato il credito quadro al Dipartimento dell’economia per le sue attività di aiuto allo sviluppo. Non sarebbe più sensato concentrare l’aiuto allo sviluppo nella DSC, che fa parte del Dipartimento degli affari esteri?

W. F.: Per me è molto chiaro: nella Confederazione ci dovrebbe essere un unico centro per la cooperazione internazionale. È una questione di volontà politica e di un impiego efficiente dei mezzi finanziari.

Sostengo quest’opinione con assoluta convinzione. Conosco infatti da tempo il funzionamento interno dei diversi uffici e del loro modo di collaborare.

swissinfo: La DSC è stata fortemente criticata dal settimanale elvetico “Weltwoche” per il suo intervento post-tsunami. I villaggi ricostruiti grazie all’aiuto svizzero sono stati definiti «paesi fantasma». È effettivamente così?

W. F.: Esperti indipendenti sul posto hanno confermato che il giornalista del giornale svizzero tedesco ha visitato i villaggi thailandesi dell’isola di Koh Phra Thong durante il periodo delle vacanze scolastiche. Ha così trovato vuote le case dei nomadi del mare, dal momento che le famiglie sono al largo per un paio di mesi.

Sull’isola non vi è un ospedale, come invece sostiene l’articolo, bensì un posto sanitario. Vi lavorano due infermiere, le quali forniscono consulenza e assistenza solamente a dati orari della giornata. È però corretto affermare che quattro delle 27 abitazioni ricostruite sono per il momento disabitate. Le famiglie si sono trasferite altrove, ma non hanno ancora ceduto i diritti di proprietà.

Ho chiesto all’ambasciatore svizzero che ha inaugurato i villaggi di ispezionare regolarmente i luoghi. Io stesso mi sono recato sull’isola a due riprese durante la fase di ripristino: ho potuto osservare come il molo sia stato ricostruito esattamente come era prima. L’intera ricostruzione è stata condotta in collaborazione con gli abitanti.

Abbiamo riassunto le attività svolte in un documento, che verrà pubblicato a fine aprile. Questo consentirà di valutare l’intera faccenda sotto un’altra luce.

swissinfo: In merito all’aiuto fornito allo Sri Lanka, il medesimo giornale ha poi rimproverato la DSC di aver agito in modo disorganizzato e di aver commesso errori di pianificazione….

W.F.: Anche in questo caso abbiamo commissionato delle perizie ad esperti indipendenti, i quali ci hanno presentato risultati ottimi.

Devo però ammettere che dietro a queste critiche ci sono effettivamente state delle insufficienze da parte di alcuni ex collaboratori di opere caritative, così come della DSC. Ci sono stati dei disguidi a livello di management ed abbiamo dovuto sostituire del personale. I problemi sono però stati risolti.

swissinfo: Martin Dahinden, il suo successore, è stato descritto come un uomo con attestate qualità manageriali. Una caratteristica che lascia presagire un bisogno di riforme in seno alla DSC?

W.F.: Le qualità manageriali sono essenziali alla DSC. La DSC si trova in una condizione eccellente e sono felice di poterla consegnare in questo stato al mio successore.

Essere un buon manager significa anticipare gli sviluppi futuri. Chi prenderà il mio posto dovrà senza dubbio dar prova di lungimiranza e mettere gli accenti giusti al momento opportuno.

Negli ultimi 15 anni ci siamo permanentemente trasformati e adattati. Con regolarità abbiamo rivisto il nostro Portfolio. E questo dovrà farlo anche il mio successore.

La DSC non è affatto in crisi, al contrario. Un’indagine sulla gestione aziendale svolta l’anno scorso in 60 uffici federali ha evidenziato che la DSC appartiene ai primi cinque.

swissinfo, intervista di Renat Künzi
(traduzione dal tedesco: Luigi Jorio)

Nato nel 1945 a Mosnang, Fust ha studiato politologia all’Università di San Gallo. Dopo varie esperienze nell’economia privata, nel 1975 entra a far parte del servizio diplomatico.

Nel 1984 diventa collaboratore personale dell’allora ministro dell’economia Kurt Furgler. Due anni dopo è chiamato a dirigere l’Ufficio svizzero per l’espansione commerciale (OSEC).

Nel 1990, viene nominato segretario generale del Dipartimento federale dell’interno guidato da Flavio Cotti.

Quando quest’ultimo passa agli esteri, nel 1993, nomina Fust direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione. Una carica che il sangallese lascerà nell’aprile del 2008.

A partire dal mese di maggio, assumerà l’incarico di direttore generale del Forum umanitario mondiale, presieduto dall’ex segretario generale dell’ONU Kofi Annan.

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