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“Gli Svizzeri all’estero sono una risorsa strategica”

Il deputato Franco Narducci e il senatore Claudio Micheloni sono soddisfatti della loro esperienza di parlamentari italiani eletti all'estero Keystone

A differenza dell'Italia la Confederazione non concede ancora ai connazionali espatriati una propria circoscrizione elettorale. È un'impresa ardua per i cittadini elvetici all'estero essere eletti nel parlamento.

Ma la situazione è in fermento con diverse iniziative volte ad aumentare il peso politico della Quinta Svizzera. A Berna alcuni deputati svizzeri si sono ispirati all’esperienza dei colleghi italiani eletti nella circoscrizione estero.

Non capita tutti i giorni che i deputati svizzeri chiedano consiglio ai colleghi italiani sulle loro esperienze parlamentari. È quanto successo a Berna il 5 marzo nell’incontro organizzato dal gruppo parlamentare per gli Svizzeri all’estero, che conta ben 100 membri.

Alla riunione hanno preso parte diversi parlamentari svizzeri e alcuni colleghi italiani eletti nel 2006 nella circoscrizione estero. Sugli otto membri della ripartizione Europa ben quattro di loro vivono in Svizzera: i deputati Gianni Farina, Franco Narducci, Antonio Razzi e il senatore Claudio Micheloni.

“Questo incontro mi ha toccato molto anche emotivamente in quanto vivo in Svizzera da 40 anni e considero la Svizzera il paese che mi ha dato la formazione e cultura politica,” sottolinea Claudio Micheloni che stila un bilancio positivo della sua attività parlamentare in Italia, malgrado la legislatura sia caduta dopo soli 18 mesi: “Abbiamo tentato di far conoscere meglio gli italiani all’estero al mondo politico italiano e non è cosa da poco. Non bisogna tuttavia proporsi unicamente come rappresentanti degli italiani all’estero, ma comportarsi da senatori della repubblica ed intervenire quindi su tutta la politica italiana.”

Sulla necessità di una rappresentanza degli Svizzeri all’estero in parlamento Franco Narducci non ha dubbi: “Bisogna avere molto coraggio e andare sicuramente nella direzione di dare una rappresentanza agli Svizzeri all’estero. Essi sono una ricchezza per la Svizzera non solo in termini economici, ma in termini culturali, di rete, di riferimenti sociali”.

Il parlamento svizzero si muove

Il proficuo incontro s’inserisce in una fase di particolare fermento politico in Svizzera caratterizzata da diverse proposte volte ad accrescere la partecipazione politica dei connazionali all’estero, come l’iniziativa parlamentare lanciata dal Consigliere nazionale Carlo Sommaruga (PSS, partito socialista svizzero).

Il deputato propone di modificare la Costituzione federale per consentire ai cittadini svizzeri all’estero di essere rappresentanti in parlamento: in un primo tempo al Consiglio degli Stati (camera alta) e in un secondo tempo al Consiglio nazionale (camera bassa). Il sistema federalista elvetico non prevede una rappresentanza diretta dei connazionali all’estero attraverso una circoscrizione elettorale propria.

L’esperienza italiana è sicuramente interessante, ma presenta anche alcuni limiti: “Il modello italiano non può essere applicato direttamente alla Svizzera, poiché noi abbiamo un sistema federale con leggi federali per l’elezione al Consiglio nazionale e leggi cantonali per l’elezione al Consiglio degli stati. In Italia c’è una sola legge elettorale che si applica alla due camere. Si potrebbe pensare in Svizzera a un modello di tipo francese, nel quale il consiglio dei francesi all’estero elegge i senatori”, sottolinea Carlo Sommaruga.

Modelli alternativi di rappresentanza

L’iniziativa parlamentare di Sommaruga lascia spazio a diversi modelli alternativi: l’istituzione di un 27esimo cantone con l’elezione di due rappresentanti degli Svizzeri all’estero al Consiglio degli Stati secondo il modello cantonale, ma anche la possibilità di scegliere un modello originale. Il Consiglio degli Svizzeri all’estero potrebbe eleggere due rappresentanti della comunità dei connazionali espatriati.

“La soluzione definitiva non è ancora stata trovata, ma il dibattito in corso ha dato nuovo slancio alla necessità di istituzionalizzare e dare più potere al Consiglio degli Svizzeri all’estero,” sottolinea Carlo Sommaruga.

Il direttore dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE) Rudolf Wyder, che ha accolto favorevolmente l’iniziativa Sommaruga, mette tuttavia in rilievo le difficoltà di applicare i modelli esteri alla Svizzera: “La nostra associazione non predilige un modello in particolare. Bisogna considerare che gli Svizzeri all’estero dispongono di un ampio diritto di partecipazione grazie al voto per corrispondenza. I connazionali all’estero sono molto radicati nel loro cantone e comune d’origine. È facile caldeggiare la creazione di un 27esimo cantone, ma questo significherebbe che il voto degli Svizzeri all’estero non sarebbe più assegnato al cantone e comune d’origine. Non tutti apprezzerebbero.”

L’importanza strategica

Al di là degli aspetti tecnici il dibattito in Svizzera testimonia l’importanza strategica dei connazionali all’estero nella partecipazione alle politiche nazionali: “L’Italia ha deciso di dare una rappresentanza politica ai connazionali all’estero riconoscendo la loro importanza strategica. Credo che gli Svizzeri all’estero siano una risorsa strategica per la Svizzera,” conclude Franco Narducci.

In un mondo globale l’esperienza internazionale e l’apertura alle altre culture dei connazionali all’estero costituiscono un prezioso patrimonio di conoscenze, dal quale il parlamento elvetico potrebbe attingere per le scelte di politica nazionale ed internazionale.

swissinfo, Andrea Arcidiacono

L’iniziativa parlamentare del deputato socialista Carlo Sommaruga propone di creare le basi legali per un’effettiva rappresentanza dei connazionali dell’estero nel parlamento elvetico.

La proposta è stata esaminata il 22 febbraio 2008 dalle Commissioni delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale che di strettissima misura (10 a 9) e con il voto decisivo del suo presidente ha raccomandato di respingerla. Un risultato che lascia ben sperare per il dibattito parlamentare previsto nella sessione di giugno.

La mozione inoltrata dal consigliere nazionale socialista Mario Fehr affida al Consiglio federale (governo) il mandato di creare le condizioni giuridiche affinché gli Svizzeri all’estero possano disporre di una rappresentanza diretta alle Camere federali. La proposta non è ancora stata discussa in parlamento.

Dal 1992 la Confederazione concede ai cittadini svizzeri residenti all’estero il diritto di voto ed elezioni per corrispondenza a livello federale.

Per poter partecipare alle votazioni in Svizzera, gli Svizzeri all’estero devono iscriversi in un registro elettorale. Il loro voto è conteggiato con quelli dell’ultimo comune di residenza in Svizzera o nel loro luogo di origine.

Dal 1992 ad oggi il numero di connazionali dell’estero iscritti nei registri elettorali è aumentato costantemente raggiungendo quasi 120 mila iscritti su un totale di quasi 670 mila Svizzeri all’estero.

Per gli espatriati elvetici l’elezione al Consiglio degli Stati (camera alta), che è retta dal diritto cantonale, è accordata solamente in undici cantoni: Ginevra, Friborgo, Giura, Berna, Soletta, Svitto, Ticino, Grigioni, Neuchâtel, Basilea Campagna e Zurigo.

Alle ultime elezioni federali, ben 44 candidati Svizzeri dell’estero erano in lizza per un seggio in parlamento. Malgrado il forte interesse e il grande impegno, nessuno di loro è riuscito a farsi eleggere. Nel sistema attuale i voti dei connazionali dell’estero vengono conteggiati, e quindi dispersi, nei 26 cantoni.

Gli italiani residenti in Svizzera con diritto di voto nel loro paese sono poco meno di 400 mila.

I cittadini italiani residenti stabilmente all’estero, iscritti nelle liste elettorali della Circoscrizione estero, possono partecipare alle elezioni votando per corrispondenza, se non hanno optato per il voto in Italia. Essi votano per le liste di candidati presentate nella rispettiva ripartizione della Circoscrizione Estero. Le elezioni legislative si terranno il 13-14 aprile 2008.

Nel 2006, in occasione delle ultime elezioni legislative, gli italiani all’estero hanno avuto per la prima volta la possibilità di eleggere i loro parlamentari.

In Svizzera votarono in ben 160 mila, una delle partecipazioni più alte tra gli italiani nel mondo. Il loro voto si rivelò determinante in particolare per consegnare il senato al centro-sinistra.

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