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Quali sono i diritti della comunità LGBTIQ in Svizzera?

“Ci sposiamo per tutte le persone che si sono battute per questo diritto”

ilan e adrien
Ilan e Adrien hanno celebrato l'unione domestica registrata nel 2019 con la famiglia, gli amici e le amiche. Ilan & Adrien

Dal 1° luglio le coppie omosessuali possono sposarsi in Svizzera, come già avviene nella maggior parte dei Paesi dell'Europa occidentale. Abbiamo incontrato due uomini e due donne che hanno deciso di unirsi in matrimonio.

Ilan e Adrien sono una delle prime coppie omosessuali a sposarsi in Svizzera. “Abbiamo deciso di sposarci il 1° luglio, giorno dell’entrata in vigore della nuova legge, in segno di riconoscenza per tutte le persone che si sono battute per questo diritto”, dice Adrien.

Adrien ricorda che la lotta per il matrimonio per tutti e tutte è iniziata negli anni Sessanta e Settanta. Il 26 settembre 2021, il popolo svizzero ha finalmente accettato una modifica del Codice civile che legalizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso. “Alcuni attivisti e alcune attiviste non sono più qui per vederne il culmine. Venerdì mi commuoverò pensando a loro”, afferma.

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Ilan e Adrien abitano nella Val-de-Travers, nel Cantone di Neuchâtel, e vivono in unione domestica registrata dal 2019. La conversione di quest’unione in un matrimonio avverrà tramite una cerimonia che si svolgerà presso l’ufficio di stato civile di Auvernier. “Dopo l’unione registrata avevamo organizzato una grande festa con le nostre famiglie, i nostri amici e le nostre amiche. Questa volta faremo qualcosa di semplice”, dice la coppia.

Un grande passo verso l’uguaglianza

I due trentenni considerano il matrimonio per tutti e tutte come un grande passo verso l’uguaglianza. Adrien ritiene che l’unione registrata, oltre a non conferire gli stessi diritti, sia stigmatizzante, in quanto è riservata esclusivamente alle coppie dello stesso sesso. “Se dico di vivere in unione registrata rivelo anche di essere in coppia con un uomo. Ma non sempre lo voglio precisare”, afferma Adrien. 

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Come Adrien e Ilan, alcune centinaia di coppie in tutta la Svizzera dovrebbero convertire le loro unioni registrate in matrimoni, secondo le stime dell’agenzia di stampa Keystone-ATS. I nuovi matrimoni saranno invece molto più rari. Per l’organizzazione ombrello delle organizzazioni gay in Svizzera Pink CrossCollegamento esterno, contattata da Keystone-ATS, ciò è dovuto al fatto che uomini e donne per i quali lo status giuridico è importante vivono già in unioni registrate.

Il diritto di creare una famiglia

Le persone in unione civile già avevano molti degli stessi diritti e doveri delle persone sposate, tra cui il diritto di scegliere un cognome comune e di ricevere una parte dell’eredità o della rendita vecchiaia del o della partner.

Tuttavia, la nuova legge conferisce diversi nuovi diritti agli individui omosessuali sposati, mettendo tutte le coppie sullo stesso piano. Se uno dei partner è straniero, può ora beneficiare di una procedura di naturalizzazione facilitata, più breve e meno costosa. Soprattutto, le coppie di uomini e donne possono adottare bambini, mentre le donne sposate hanno accesso alla donazione di sperma, ciò che pone la Svizzera più avanti di alcuni dei suoi vicini.

pauline e lucille
Alexia Linn Visual

Pauline, 31 anni, e Lucille Bidaux-Meyer, 30 anni, hanno deciso di sposarsi soprattutto perché intendono avere dei figli. “Il matrimonio rappresenta una sicurezza per la nostra famiglia”, spiegano sulla terrazza della loro piccola casa immersa nel verde, sulle alture di Losanna, nel Canton Vaud.

Le due donne convertiranno la loro unione registrata, contratta lo scorso settembre, in matrimonio, non appena saranno riuscite a concordare una data con l’ufficio di stato civile. Tuttavia, non hanno aspettato l’entrata in vigore della legge per festeggiare. “Il 4 giugno abbiamo celebrato il nostro matrimonio con le nostre famiglie, i nostri amici e le nostre amiche. Abbiamo organizzato una cerimonia laica”, raccontano.

Maggiore protezione per le famiglie omosessuali

Una volta ufficializzata la loro unione, Lucille e Pauline Bidaux-Meyer potranno iniziare il percorso di concepimento di un figlio presso una delle otto cliniche della fertilità che praticano la procreazione medicalmente assistita (PMA) in Svizzera. Per loro fortuna, due di esse si trovano a Losanna, vicino a casa.

La coppia è felice di non doversi recare all’estero per la PMA, come facevano molte donne prima della modifica della legge. “La procedura è forse più costosa in Svizzera, ma ci evita di dover fare lunghi e talvolta numerosi viaggi all’estero”, affermano.

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Al di là dell’aspetto logistico, preferiscono concepire il loro bambino nel proprio Paese per beneficiare di una migliore protezione giuridica. Entrambe saranno riconosciute come madri. “Questa doppia filiazione è fondamentale per noi”, dicono.

Se le due donne avessero deciso di sottoporsi alla PMA all’estero, solo la madre biologica sarebbe stata riconosciuta come tale dalla legge. La donna che non ha portato in grembo il bambino dovrebbe avviare una procedura di adozione, che può essere intrapresa solo un anno dopo la nascita. “Se nel frattempo succedesse qualcosa, nostro figlio potrebbe rimanere senza genitori. Questa soluzione non ci soddisfa”, afferma la coppia.

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due donne con un bambino piccolo

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La discriminazione persiste

Il matrimonio per tutti e tutte è certamente un passo avanti decisivo in termini di diritti LGBTIQ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e queer). Pauline e Lucille Bidaux-Meyer sottolineano però il persistere di alcune discriminazioni. “Ad esempio, constatiamo che le persone LGBTIQ sono ancora sottorappresentate. La nostra società è ancora molto incentrata sull’eterosessualità”, deplorano.

Adrien rammenta inoltre che gli uomini omosessuali continuano a non poter donare il sangue come il resto della popolazione. Non devono aver avuto rapporti sessuali durante i 12 mesi che precedono il prelievo. Sebbene un progetto di modifica legislativa sia in fase di consultazione, la Confederazione è in ritardo, poiché questo periodo è stato abbreviato o abolito nel resto d’Europa e in Nord America.

Donazione di sperma in Svizzera

Ogni anno in Svizzera nascono circa 200 bambini grazie alla donazione di sperma. Nel 2001 è stato abolito l’anonimato dei donatoriCollegamento esterno. Al compimento del 18° anno di età, la persona può avere accesso ai dati sull’identità del donatore e sul suo aspetto fisico, contenuti in un registro tenuto dall’Ufficio federale dello stato civile. Queste informazioni possono essere trasmesse anche prima, in particolare nel caso di una malattia ereditaria.

I primi bambini nati dopo l’entrata in vigore della nuova legge sono diventati maggiorenni nel 2019. Da allora, tre giovaniCollegamento esterno hanno fatto domanda per conoscere il loro donatore. Studi condotti all’estero dimostrano che solo nel 10-40% dei casi i bambini interessati presentano una richiesta.

La modifica della legge non ha scoraggiato i donatori, come ha rilevato nel 2018Collegamento esterno il Centro per la procreazione medicalmente assistita di Losanna. Tuttavia, con l’apertura della procreazione medicalmente assistita alle donne sposate, la domanda di inseminazioni con donazione di sperma potrebbe raddoppiare, secondo un articolo della Tribune de GenèveCollegamento esterno. Un aumento che questa volta potrebbe portare a una penuria.

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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