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«A Napoli la popolazione è esasperata»

La popolazione campana paga tasse altissime per lo smaltimento dei rifiuti, ma senza risultati Keystone

Da giorni l'emergenza rifiuti in Campania fa la prima pagina dei giornali italiani e internazionali. Le immagini delle montagne di immondizia nelle strade hanno riportato in primo piano un problema annoso.

L’analisi e la testimonianza di Aldo Sofia, corrispondente in Italia della Televisione svizzera di lingua italiana.

Il problema dei rifiuti in Campania si ripresenta periodicamente. Come si è arrivati a questa situazione?

Tutta questa regione manca delle infrastrutture necessarie per lo smaltimento dei rifiuti. Non ci sono discariche, la raccolta differenziata dei rifiuti è poco diffusa (il tasso di raccolta differenziata in Campania è il più basso d’Italia) e inoltre mancano gli inceneritori. Per questo si riproducono regolarmente situazioni drammatiche come quella di questi giorni.

Ma si tratta un problema soprattutto campano o ci sono responsabilità anche ad altri livelli?

Sicuramente si tratta di un problema soprattutto campano. Anche altre regioni hanno dovuto affrontare emergenze rifiuti negli scorsi decenni. Ma si sono trovate delle soluzioni. In Campania ci sono grosse responsabilità da parte degli amministratori locali. Ci sono però anche responsabilità del governo centrale, che è sempre stato assente su questo fronte.

Nel discorso sull’emergenza rifiuti in Campania si parla spesso di camorra. Ma qual è davvero il ruolo della criminalità organizzata in questa vicenda?

C’è senza dubbio il tentativo di individuare nella camorra la causa di questa situazione. La realtà però è diversa. La responsabilità principale ricade su scelte politiche fatte negli scorsi decenni.

Il presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, il senatore Roberto Barbieri, ci diceva per esempio che il problema è quello di strutture pubbliche che ricevono molti soldi sia da Roma, sia dall’Europa. Queste strutture sono gestite in maniera clientelare, servono a creare posti di lavoro occupati da persone completamente inadatte e tendono a perpetuare l’emergenza rifiuti.

È solo un esempio di una corruzione più vasta e di scelte assolutamente sbagliate compiute a Roma. È il caso anche dei commissari straordinari per gestire l’emergenza rifiuti. Ce ne sono stati ben 5 negli ultimi 10 anni, ma non sono serviti praticamente a nulla.

Dunque, c’è un problema di inefficienza e anche di amministrazione infedele, una situazione in cui per la camorra è gioco facile agire. Ricordiamo che la camorra nei decenni scorsi ha effettivamente organizzato il carico e lo scarico illegale di rifiuti provenienti dalle industrie del Nord Italia o anche del resto d’Europa. E sicuramente ha incassato buona parte dei miliardi di euro spesi inutilmente negli ultimi dieci anni.

Il governo Prodi ha varato ora una serie di provvedimenti. Sono sufficienti per affrontare la situazione?

Sulla carta si tratta di provvedimenti ragionevoli. I problemi da risolvere sono però enormi. Intanto c’è l’urgenza delle 100’000 tonnellate di rifiuti nelle strade della Campania che vanno sgomberate in tempi brevi. Per farlo bisogna però aprire o riaprire delle discariche. La popolazione locale ha già manifestato la sua opposizione e continuerà a farlo.

Si tratta talvolta di localismi esasperati, ma c’è anche una legittima preoccupazione per la salute. La gente sa benissimo che in assenza di un sistema ben organizzato di raccolta differenziata nelle discariche finisce di tutto. E questo aumenta il rischio di malattie in una regione dove – lo ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità – il numero medio dei tumori è più alto rispetto al resto d’Italia.

Le discariche sono una risposta all’emergenza. A lungo termine serviranno però degli inceneritori…

Il governo ha annunciato martedì la costruzione di due nuovi inceneritori e l’apertura di quello di Acerra, che è terminato ma che non è ancora operativo. Per renderlo operativo il governo dice che ci vorranno pochi mesi, gli esperti parlano di almeno un anno. Per costruire gli altri due ci vorranno degli anni.

Il piano del governo indica certamente degli obiettivi indispensabili, ma sulla sua strada può incontrare numerosi ostacoli. Del resto se questa emergenza rifiuti dura da 14 anni è perché molte forze hanno sempre operato affinché il problema dei rifiuti rimanesse irrisolto.

Lei ha visto la situazione da vicino. Quali sono le impressioni che ha ricavato dai sopralluoghi in Campania?

Naturalmente bisogna fare una distinzione tra la protesta violenta, che è espressa da una minoranza, e la protesta pacifica dei cittadini, che è ormai una protesta di carattere politico. In tutta la Campania crescono le critiche contro la giunta di centro-sinistra che guida la regione e contro il governo di Roma.

Tra la popolazione c’è una grande esasperazione. I napoletani pagano le tasse sui rifiuti, come tutti gli altri cittadini italiani. Anzi, le tasse campane sono le più alte d’Italia. È inevitabile che la frustrazione cresca.

Intervista swissinfo

Nella regione italiana della Campania il sistema di raccolta dei rifiuti domestici è bloccato da tre settimane. Nelle strade di quasi tutte le località della Campania si sono accumulate montagne di immondizia. La stessa Commissione europea ha espresso preoccupazione.

La nuova emergenza rifiuti in Campania è dovuta alla chiusura dell’ultima discarica disponibile, ormai strapiena. Ma il problema si trascina da oltre un decennio, da quando 13 anni fa furono chiuse le discariche abusive gestite dalla camorra.

La criminalità organizzata continua tuttavia a ricavare profitti enormi dalla gestione illegale dei rifiuti. Secondo il quotidiano «La Repubblica» il giro d’affari dell’ecomafia in Campania si aggira sui 4,5 miliardi di euro.

Per affrontare l’emergenza rifiuti, il governo di Roma ha disposto la riapertura di alcune vecchie discariche, suscitando le proteste, talvolta anche violente, della popolazione. Anche l’esercito è stato mobilitato per accelerare i lavori di sgombero.

Fra le misure decise dal governo di Romano Prodi vi è anche la nomina di un commissario speciale per gestire l’emergenza, nelle vesti dell’ex-capo della polizia Gianni Di Gennaro. Il suo mandato durerà quattro mesi. Tre inceneritori dovrebbero essere messi in funzione nei prossimi anni. E gli amministratori locali dovrebbero essere spinti a realizzare finalmente sistemi per la raccolta differenziata dei rifiuti.

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