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È giunto il momento di legalizzare la donazione di ovociti

Un ovocita viene inseminato artificialmente.
In Svizzera ogni anno almeno 1'500 coppie vanno all'estero per avere un figlio tramite la tecnica di fecondazione eterologa, una pratica vietata nella Confederazione. Keystone / Roslin Inst./ddp

Il Parlamento vuole legalizzare la donazione di ovociti. Si vuole così eliminare la disparità di trattamento fra uomini e donne presente nella legge in vigore, dal momento che la procreazione mediante una donazione di sperma è autorizzata e attualmente praticata, mentre le donne sono obbligate a praticare il turismo medico all'estero per ottenere un dono d'ovuli.

La mozione, accolta dal Consiglio nazionale con 107 voti contro 57 e 16 astenuti, ha lo scopo di istituirne le basi legali e le condizioni quadro intese a permettere l’accesso alle donazioni di ovociti. Mediante un allentamento della normativa in materia di procreazione medicalmente assistita, si vuole permettere alle coppie sterili desiderose di avere figli di sottoporsi a tale trattamento in Svizzera e non all’estero come capita oggi.

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Con la mozione si vuole anche eliminare la disparità di trattamento fra uomini e donne presente nella legge in vigore, dal momento che la procreazione mediante una donazione di sperma è autorizzata e attualmente praticata. In mancanza di una legislazione in merito, le donne domiciliate in Svizzera sono obbligate a praticare il turismo medico per ottenere un dono d’ovuli.

Una minoranza (composta dalla destra populista e da alcuni parlamentari del Centro) era contraria alla mozione. In particolare, l’UDC si è detta preoccupata per il benessere delle donne e per lo sfruttamento del loro corpo che risulterebbe dalla donazione di ovociti.

Dal canto suo il ministro della sanità Alain Berset, pur dichiarandosi favorevole ai principi della mozione, ha chiesto senza successo ai deputati di attendere ancora un po’. Un rapporto sulla necessità di adattare la legge sulla procreazione medicalmente assistita è fase di elaborazione ed è atteso per il 2023, ha precisato.

Ma il plenum non l’ha seguito e ha accolto a larga maggioranza la mozione della sua commissione.

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Nel 2017, l’allora consigliere nazionale, medico e presidente della Commissione della sicurezza sociale e della sanità Ignazio Cassis, oggi presidente della Confederazione, aveva dichiarato ai nostri microfoni che “se ne riparlerà solo tra qualche anno. Sicuramente non durante questa legislatura che chiude a fine 2019”, ricordando “che per una decisione simile si passerà forzatamente da una votazione popolare. E oggi i tempi non sarebbero ancora maturi”.

Nel frattempo però – in attesa che la legge segua i costumi, o viceversa – le coppie svizzere che vogliono un figlio con la fecondazione eterologa vanno all’estero. In Spagna principalmente ma anche in Repubblica Ceca e in altri paesi dell’Europa dell’est, dove l’ovodonazione è legale. E dal 2014 anche in Italia.
 

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