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Zuckerberg supera Arnault, è il terzo paperone al mondo

Mark Zuckerberg è il terzo più ricco al mondo KEYSTONE/AP/Mark Lennihan sda-ats

(Keystone-ATS) Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg è il terzo paperone al mondo alle spalle del leader incontrastato Jeff Bezos, a capo di Amazon, e del fondatore di Microsoft Bill Gates. È quanto emerge dal Bloomberg Billionaires Index.

Il numero uno di Facebook diventa dunque il terzo uomo più ricco al mondo: vale 87,8 miliardi di dollari, ovvero ha guadagnato 30 miliardi dal 17 marzo, il giorno dopo che l’area di San Francisco è entrata in lockdown. Grazie a questa cifra, il fondatore del noto social media supera Bernard Arnault, proprietario del gruppo del lusso LVMH, l’unico non americano nella top ten mondiale dei miliardari.

La pandemia del coronavirus, insomma, travolge le economie mondiali spingendole sull’orlo della recessione ma fa bene ai Paperoni americani. Dalla metà di marzo, quando sono scattati i lockdown, alla metà di maggio i 600 più ricchi d’America hanno guadagnato 434 miliardi di dollari.

Prima della chiusura Zuckerberg valeva infatti 57,5 miliardi ed era relegato alla quinta posizione in classifica. Facebook, secondo i risultati del primo trimestre, sta navigando la pandemia meglio delle attese adeguandosi anche alle nuove esigenze di mercato, ampliando la sua presenza nello shopping online di fatto sfidando Amazon e i suoi servizi di video chat anche per il business.

L’ascesa di Zuckerberg si inserisce nella corsa dei Paperoni americani. Secondo uno studio dell’American for Tax Fairness e dell’Institute for Policy Studies Program for Inequality sulla base dei dati di Forbes, i 600 uomini più ricchi d’America hanno visto crescere del 15% la loro ricchezza negli ultimi due mesi, portando la loro fortuna complessiva a 3.380 miliardi di dollari. Una volata che arriva mentre 38,6 milioni di americani hanno presentato richiesta per ottenere i sussidi alla disoccupazione nelle ultime nove settimane, e che mostra le due facce dell’America in cui le disuguaglianze con il coronavirus sembrano essersi accentuate invece che ridotte come molti speravano.

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