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Il Venezuela in fiamme nella foto dell’anno

Giovane uomo con maschera antigas e t-shirt corre avvolto dalle fiamme; un muro sullo sfondo
'Venezuela crisis' di Ronaldo Schemidt, scatto dell'anno per il World Press Photo 2018. Keystone

Ronaldo Schemidt dell'agenzia France Presse ha vinto giovedì il premio per la fotografia dell'anno ai World Press Photo 2018. Scattata durante una sommossa in Venezuela, mostra un manifestante che va a fuoco.

Per i giurati, è non soltanto l’immagine che meglio rappresenta un paese “in fiamme”, ma anche quella che merita il riconoscimento più altoCollegamento esterno, tra 73’000 scatti candidati da 4548 fotoreporter di 125 paesi.

Realizzata a Caracas durante gli scontri tra forze di sicurezza e oppositori al presidente Maduro, è una fotografia spettacolare che innesca una reazione emotiva istantanea, spiega la giuria.

Frutto del puro istinto

Ronaldo SchemidtCollegamento esterno vive in Messico ed era stato inviato in Venezuela, suo paese d’origine, a coprire i disordini della scorsa primavera.

Il 3 maggio, mentre dei dimostranti attaccavano una moto della Guardia nazionale, ha assistito all’improvvisa esplosione del serbatoio, che ha colpito il 28enne José Victor Salazar Balza.

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“Ho reagito di riflesso”, spiega Schemidt, “mi sono messo a scattare foto senza neppure sapere cosa stavo riprendendo. È solo qualche secondo dopo, che mi sono reso conto che c’era un uomo che bruciava”.

“La scena è durata solo pochi secondi”, dice ancora, “e la mia reazione come fotoreporter è stata quella di documentare cosa stava succedendo. Ero consapevole che c’erano persone ben addestrate per aiutarlo”.

“Mai visto tanta violenza”

Il manifestante, che indossa una maschera antigas e una t-shirt mentre corre avvolto dalle fiamme, ha subito gravi ustioni ma è sopravvissuto.

“Ero davvero scioccato da quel che vedevo, non ho mai assistito a qualcosa di tanto violento”, rivela Schemidt, precisando che sul momento non ha certo pensato alla possibilità di vincere un premio. “E adesso, in Venezuela, è ancora peggio”, conclude.

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