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Partenza col botto per le iniziative sulle derrate alimentari

allevamento di polli.
Gli svizzeri sembrano desiderare una produzione di derrate alimentari etica e sostenibile: due iniziative popolari in questo senso raccolgono i favori dei tre quarti degli intervistati nel 1° sondaggio SSR/gfs.bern in vista del voto del 23 settembre. Keystone

Un clamoroso trionfo per le due iniziative sulle derrate alimentari e una chiara vittoria per il decreto sulle vie ciclabili: sarebbe stato questo il verdetto delle urne svizzere, se la votazione federale del 23 settembre si fosse svolta ora, secondo il 1° sondaggio SSR/gfs.bern. In realtà però la campagna può ancora cambiare tutto.

Con il 75% di sì per l’iniziativa “per la sovranità alimentare. L’agricoltura riguarda noi tutti” e addirittura il 78% per quella “per derrate alimentari sane, prodotte nel rispetto dell’ambiente e in modo equo (Iniziativa per alimenti equi)“, i due testi fanno un’inattesa vendemmia di consensi nell’indagine conoscitiva condotta dall’istituto di ricerca gfs.bern per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SSR), a circa un mese e mezzo dal voto popolare.

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Il successo riscosso dalle due iniziative che vogliono promuovere una produzione agricola sostenibile è molto sorprendente. Infatti, in parlamento sono state bocciate entrambe a schiacciante maggioranza e hanno beneficiato solo dell’appoggio della sinistra rosso-verde. Nel sondaggio, invece, per entrambe i sì prevalgono nettamente tra gli elettorati di tutti i partiti.

Il sondaggio

Per la prima indagine demoscopica in vista della votazione federale del 23 settembre 2018, l’istituto gfs.bern ha intervistato 1200 persone con diritto di voto, selezionate in modo rappresentativo e ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera, tra il 30 luglio e il 10 agosto.

Il margine di errore è di ±2,9 punti percentuali. Il sondaggio è realizzato su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, della quale fa parte anche swissinfo.ch.

Ambedue ottengono la maggioranza assoluta in tutte le tre regioni linguistiche. Campionessa dei sì risulta la Svizzera francese, con l’89% per tutte e due le iniziative, seguita dalla Svizzera tedesca, con il 77% per quella per alimenti equi e il 74% per quella per la sovranità alimentare. Con il 58% di sì per entrambe, è la Svizzera italiana la regione in cui i favori risultano più contenuti, seppur largamente maggioritari.

Nel regno dell’incertezza

Benché eccezionali, queste cifre vanno comunque relativizzate, avvertono i ricercatori del gfs.bern. Quando è stata realizzata l’inchiesta, infatti, la campagna per la votazione non era ancora iniziata e la formazione delle opinioni tra gli intervistati era ancora a uno stadio preliminare.

L’analisi dettagliata delle cifre evidenzia che, in realtà, la maggioranza degli intervistati non è ancora certa di come voterà il 23 settembre. Solo la maggioranza relativa (44%) ha detto di essere già sicura che metterà un sì nell’urna all’iniziativa per alimenti equi (contro il 7% di no sicuri). Il 34% si è invece detto “piuttosto a favore” e il 13% “piuttosto contrario”, mentre il 2% non aveva ancora un’opinione.

Sull’iniziativa per la sovranità alimentare il 36% ha dichiarato di essere “sicuramente a favore” e il 39% “piuttosto a favore”, contro il 7% “sicuramente contrario” e il 15% “piuttosto contrario”. Il 3% non aveva ancora un’opinione.

Secondo gli esperti del gfs.bern, di fatto la partita resta ancora completamente aperta. La campagna di fautori e oppositori delle due iniziative, avviata solo questa settimana, sarà determinante per le sorti, molto probabilmente analoghe, delle due iniziative che hanno preoccupazioni comuni.

Nonostante l’incredibile vantaggio di partenza dei sostenitori delle due iniziative, un ribaltamento delle maggioranze non può quindi essere escluso a priori. Tanto più che lo schema tradizionale per le iniziative è quello di una maggioranza di sì in partenza, che si erode cammin facendo.

Saldamente in sella verso la Costituzione

Anche il terzo oggetto su cui il popolo svizzero è chiamato a decidere il 23 settembre, ossia il controprogetto all’iniziativa per la bici, ottiene una solida maggioranza di consensi. La proposta di iscrivere le vie ciclabili nella Costituzione federale è accettata dal 64% degli intervistati. I sì prevalgono in tutte le regioni linguistiche del paese e tra gli elettorati di tutti i partiti.

Contrariamente a quelli per le due iniziative sulle derrate alimentari, questo netto sì risulta in linea con le aspettative. Il decreto che mira a promuovere la mobilità ciclistica in Svizzera emana infatti dal governo e dal parlamento. Alle Camere federali, soltanto l’Unione democratica di centro (UDC) si è opposta.

Le opinioni certe anche nel caso del decreto federale sulle vie ciclabili costituiscono ancora una minoranza: il 29% “sicuramente favorevole” e il 9% “sicuramente contrario”. La maggioranza per il momento lascia ancora un margine di incertezza: il 35% si dice “piuttosto a favore” e il 17% “piuttosto contro”, mentre il 10% è ancora indeciso.

Teoricamente, dunque, anche in questo caso i numeri offrirebbero un ampio margine per un’inversione di tendenza. Tuttavia, alla luce del vasto sostegno politico di cui gode la proposta e della grande popolarità della bicicletta in Svizzera, essa appare improbabile.

Doppia maggioranza necessaria

Tutti i tre oggetti in votazione federale il 23 settembre comportano modifiche costituzionali. Per essere accettate, necessitano dunque del doppio sì: dei votanti e dei Cantoni.


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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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