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Visita Jean-Claude Juncker in Svizzera carica di attese

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker KEYSTONE/AP TT NEWS AGENCY/JONAS EKSTROMER sda-ats

(Keystone-ATS) È carica di attese, almeno da parte elvetica, la visita di domani a Berna del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che verrà accolto dalla presidente della Confederazione, Doris Leuthard, e poi presentato al Consiglio federale in corpore.

Benché le relazioni tra l’Ue e la Confederazione abbiano ripreso un certo slancio, nessuna soluzione è ancora in vista circa l’accordo istituzionale tra i due partner.

Circa quest’ultimo aspetto, il consigliere federale Ignazio Cassis, responsabile del dipartimento federale degli affari esteri, ha dichiarato che il dossier ha bisogno di nuovi impulsi. Ma finora non se ne sa di più.

Nulla è trapelato da parte del Consiglio federale nemmeno per quanto riguarda il miliardo di coesione che Berna potrebbe versare all’Ue al fine di ridurre le disparità tra gli Stati membri dell’unione. Il Governo insiste nel dire che si tratta di una decisione autonoma da parte della Svizzera.

Vista l’impasse sui dossier importanti, tale versamento potrebbe essere considerato come un gesto di buona volontà da parte dell’Esecutivo verso Bruxelles, assortito o meno di condizioni.

Il contributo elvetico potrebbe essere al centro di una cerimonia prevista giovedì alle 11.00. Nel 2006, per il primo miliardo, tra le parti era stata infatti firmata una dichiarazione d’intenti politica al riguardo. In ogni caso, sul credito dovrà ancora pronunciarsi il Parlamento.

Per quanto attiene al miliardo di coesione l’UDC non ne vuole sapere. Gli altri partiti sono attendisti: aspettano di conoscere che cosa Bruxelles è disposta ad offrire in contropartita (un accesso al mercato finanziario? Un accordo quadro meno rigido?). La destra sotto il “cupolone” ha espresso più volte preoccupazione per l’accordo istituzionale che prevede la ripresa sistematica del diritto europeo da parte della Confederazione nell’ambito coperto dagli accordi bilaterali esistenti e futuri.

In particolare, l’UDC, ma non solo, è scettica circa il meccanismo per dirimere le controversie che prevede il ricorso alla Corte europea di giustizia. Stando all’ex ministro degli esteri Didier Burkhalter, ora sostituito da Ignazio Cassis, le decisioni dei giudici non sarebbero vincolanti; la soluzione delle vertenze future verrebbe demandata ad un comitato misto Svizzera-Ue.

Tale messaggio non è passato e ora toccherà a Cassis rilanciare il dossier. Il Ticinese ha dichiarato che tutta la vicenda è “avvelenata” e che è necessario rivedere tutto daccapo. Da poco insediatosi nella stanza dei bottoni, difficilmente però il Ticinese potrà fare “tabula rasa” di quanto deciso in precedenza dal Governo.

Cassis non sarà comunque in prima fila domani. Le discussioni con Juncker e la delegazione al seguito verranno infatti condotte da Doris Leuthard. Quest’ultima, in seguito, informerà i media assieme al suo ospite.

Doris Leuthard era già riuscita la primavera scorsa a sbloccare alcuni temi e ad accelerare le discussioni su alcuni dossier tecnici. Da allora sono stati compiuti alcuni progressi. L’accordo sulla soppressione degli ostacoli tecnici al commercio, molto importanti per l’economia, è stato attualizzato e prossimamente verrà firmata l’intesa con l’Ue riguardante lo scambio di certificati per le emissioni di C02. Progressi sono stati annunciati anche per quanto riguarda il dossier per l’equivalenza dei servizi finanziari.

Lo sviluppo della via bilaterale aveva subito uno stop nel febbraio del 2014, dopo il “sì” popolare all’iniziativa dell’UDC contro l’immigrazione di massa. Bruxelles aveva reagito congelando la partecipazione elvetica al programma di ricerca europeo Orizzonte 2020 e ad Erasmus + (scambio di studenti).

La situazione si è sbloccata dopo che nel dicembre 2016 le Camere federali hanno adottato una legge di applicazione “light” circa l’immigrazione. La visita di Jean-Claude Juncker dovrebbe suggellare la normalizzazione delle relazioni bilaterali.

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