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Diciotto anni al padre-orco nel Canton Vaud

È stato condannato a 18 anni di detenzione – due in più di quelli richiesti dal procuratore pubblico - l’uomo accusato di violenze e abusi sessuali sugli otto figli e sulla moglie nel Canton Vaud.

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Il Tribunale di Yverdon-les-Bains lo ha infatti riconosciuto colpevole di atti sessuali con fanciulli, coazione sessuale, violenza carnale, pornografia e lesioni personali. Trentasei mesi sono stati inflitti invece alla moglie (sei da scontare) per aver chiuso gli occhi su quanto avveniva tra le mura domestiche, in particolare per non aver adempiuto al suo dovere di educazione e di assistenza nei confronti dei figli e per averli maltrattati a sua volta.

A loro parziale discarico c’è il riconoscimento della scemata responsabilità, lieve per il marito e media per la donna.

Abusi continui sui figli

La corte ha accertato che gli otto bambini della coppia, nati tra il 1996 e il 2014, sono stati ripetutamente picchiati dai genitori sin dall’infanzia e successivamente il padre, che già commetteva violenze sulla moglie, ha iniziato ad abusare sessualmente della figlia maggiore che all’epoca aveva otto anni.

La bambina ha subito continuamente abusi da parte del padre all’interno dell’abitazione famigliare, descritta come un luogo “malsano”. Ma la stessa sorte è poi toccata anche alla sorella minore e ai suoi fratelli.

Un quadro sconcertante

L’uomo ha negato ogni addebito e ha cercato di far passare i figli per bugiardi. Ma per il presidente del tribunale Donovan Tesaury l’imputato, che avrebbe creato all’interno della sua famiglia una “bolla protettiva in cui tutto gli era permesso”, saziava i suoi impulsi sessuali o violenti, anche se consapevole di ciò che era o non era lecito. “Si arrogava il diritto di possedere i corpi dei suoi figli”, ha continuato il giudice.

Ma il quadro sconcertante non si limitava a queste nefandezze. Oltre all’incesto infatti, che “era una realtà in questa famiglia”, i bambini accusavano carenze a livello igienico e sanitario, erano sottoalimentati e avevano un comportamento sessuale perturbato. E soprattutto a livello psicologico manifestavano carenze affettive, problemi relazionali e di linguaggio.

Inchiesta esterna sul ruolo dei servizi sociali

Proprio per questi motivi la sentenza chiama indirettamente in causa anche i servizi sociali, in particolare l’organo di protezione della gioventù e l’ufficio della curatela (che era stata accordata ai minori fin dal 1997) che non sono riusciti a individuare e prevenire le violenze nonostante i loro interventi.

Non è quindi una coincidenza il fatto che il governo cantonale abbia disposto oggi l’apertura di un’inchiesta amministrativa esterna sul funzionamento dei servizi sociali in questa triste vicenda. L’indagine è stata affidata all’ex presidente del Tribunale federale Claude Rouillier, le cui conclusioni sono attese per la fine di settembre.

 

 

 

 

 

 

 

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