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Usa: ex bancaria CS di Zurigo ammette, ho aiutato a evadere fisco

La sede di Credit Suisse a New York KEYSTONE/MARTIN RUETSCHI sda-ats

(Keystone-ATS) Una ex dipendente di Credit Suisse, cittadina svizzera e residente nella Confederazione, si è dichiarata colpevole di aver violato le leggi fiscali americane. L’ammissione è avvenuta ieri davanti a una corte federale di Alexandria, in Virginia.

Quale responsabile del team di Zurigo che curava l’area del Nordamerica la donna fra il 2002 e il 2011 ha partecipato a un vasta operazione volta ad aiutare i contribuenti americani a celare i loro redditi e i loro patrimoni al fisco, ha indicato ieri a Washington il Dipartimento di giustizia (DoJ).

La bancaria supervisionava 1000-1500 relazioni di clienti ed era personalmente responsabile di 140-150 clienti, il 95% dei quali erano cittadini Usa che risiedevano principalmente a New York, Chicago e in Florida e che avevano attivi per circa 400 milioni di dollari. Sempre stando al DoJ la donna ha ammesso che le perdite fiscali associate alla sua condotta criminale ammontano a una cifra compresa fra 3,5 e 9,5 milioni di dollari.

La funzionaria di banca fra il 2002 e il 2008 si recava circa due volte all’anno negli Stati Uniti per incontrare i clienti, fra l’altro anche negli uffici del gruppo a New York. Con sé aveva biglietti da visita che non portavano il logo di Credit Suisse e che presentavano un indirizzo alternativo per il suo ufficio. La consulente ha inoltre aiutato i clienti a chiudere i loro conti, a partire dal 2008, indirizzandoli in parte verso altri istituti elvetici quali Bank Frey e Wegelin & Co, scrive il DoJ.

La sentenza nei suoi riguardi sarà pronunciata l’8 settembre: rischia una pena massima di cinque anni di prigione e dovrà far fronte anche a sanzioni pecuniarie.

Il DoJ ricorda che il gruppo Credit Suisse nel maggio 2014 si è dichiarato colpevole di aver favorito l’evasione fiscale di facoltosi clienti americani. Per questo motivo nel novembre dello stesso anno ha pagato 2,6 miliardi di dollari.

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