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Riportare gli svizzeri sulle piste da sci

due sciatori: maestro e allieva.
Non è mai né troppo presto né troppo tardi: si può imparare a sciare a qualsiasi età! swissinfo.ch

La Svizzera si è sempre considerata una nazione di sciatori, ma in realtà una buona fetta della popolazione elvetica non è affatto tentata dalle piste innevate. Molti preferiscono trascorrere le vacanze invernali su una spiaggia piuttosto che su un pendio di montagna.

In generale, in Svizzera le persone che sciano sono una minoranza. Un rapporto pubblicato nel 2018 dalla Federazione svizzera del turismo (FSTCollegamento esterno) indica che le giornate-sciatori sono diminuite del 23% tra la stagione del 2008/9 e quella del 2017/18. Ciò riflette una tendenza generale a livello mondiale.

Il ricercatore svizzero Laurent Vanat, che ogni anno pubblica un rapporto internazionale sul turismo della neve e della montagna, scrive: “È il mercato sciistico globale occidentale che si sta assottigliando, anche se questo non si riflette nel numero di sciatori in tutto il mondo, che sta crescendo grazie a mercati emergenti, come la Cina”.

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L’ultimo rapporto di Funivie SvizzereCollegamento esterno, l’associazione di categoria dei gestori di impianti di risalita, rileva che circa i due terzi degli sciatori sulle piste svizzere abitano nella Confederazione. Si tratta principalmente di giovani fino ai 30 anni e di over 50. Secondo uno studio sulle tendenze sciistiche, condotto tra il 2013 e il 2017, vi sono sempre meno persone tra i 30 e i 50 anni. Per l’inchiesta sono state intervistate 7’000 persone nelle stazioni sciistiche svizzere. I risultati sono stati presentati in una recente conferenza stampa sul Monitoraggio del turismo in SvizzeraCollegamento esterno. In cinque anni il numero di sciatori di questa fascia d’età è diminuito del 6%.

Questo è un grosso problema per le regioni alpine. In tali regioni, secondo il rapporto di Funivie Svizzere, un franco su cinque è generato dal turismo e una persona su quattro lavora direttamente o indirettamente nel settore.

Sport costoso

Ma come mai così poche persone tra i 30 e i 50 anni frequentano le piste da sci svizzere? Una delle ragioni è la globalizzazione. Grazie alla riduzione dei costi di viaggio, si può raggiungere una spiaggia di un Paese caldo durante l’inverno con la stessa facilità di una gelida montagna elvetica. Spesso un soggiorno di una famiglia per una settimana in una stazione balneare è più economico di una vacanza sciistica.

Secondo i dati forniti da Funivie Svizzere, uno skipass giornaliero per adulti costava in media 61,36 franchi nella stagione 2017/18, ossia oltre un quinto in più rispetto alla stagione 2004/2005, quando per la prima volta sono stati confrontati i prezzi dei biglietti di 39 stazioni sciistiche. Un rapporto dell’Ufficio federale dello sport indica che la proporzione di sciatori tre le persone con redditi elevati è superiore.

Chi ha la passione dello sci ma non ha molti soldi, potrebbe scoprire di essere avvantaggiato dai suoi franchi svizzeri forti nei paesi alpini vicini, come l’Austria, la Francia o l’Italia. Se si guardano le cifre di St. Anton am Arlberg, in Austria, la tendenza è chiara. Nell’inverno 1999/2000 i turisti svizzeri hanno totalizzato 20’190 pernottamenti. Questi erano 42’940 nell’inverno 2014/2015, vale a dire 22’750 in più, pari a un aumento del 112,7%.

Saas-Fee indica la strada

Le stazioni sciistiche svizzere sono perfettamente consapevoli della necessità di ridurre i prezzi. Hanno quindi cercato di riconquistare i clienti nazionali offrendo opzioni più vantaggiose. Saas-Fee ha iniziato due anni fa, lanciando uno skipass stagionale di 222 franchiCollegamento esterno. Una mossa strategica basata su un approccio di crowdfunding: se entro una determinata data 77’777 persone avessero sottoscritto uno stagionale, ogni partecipante lo avrebbe ottenuto per 222 franchi. L’operazione è stata un successo ed è stata ripetuta nella corrente stagione. Dopo un aumento del 17,7% dei pernottamenti nella stagione invernale 2016/17, la valle di Saas prevede un aumento di almeno il 10% in quella attuale.

Molte altre località offrono abbonamenti invernali a prezzi convenienti, come il Magic PassCollegamento esterno nella Svizzera occidentale (399 franchi per l’acquisto anticipato), che può essere utilizzato in 30 località diverse, o il Top4Collegamento esterno (666 franchi) nell’Oberland bernese, per i comprensori sciistici di Adelboden-Lenk, Gstaad, Jungfrau e Haslital. Nella stazione sciistica della Svizzera centrale di Andermatt è possibile ottenere uno skipass giornaliero per soli 10 franchi nei giorni in cui è previsto un numero ridotto di visitatori.

Imparare a sciare in 3 giorni

Nonostante il luogo comune secondo cui tutti gli svizzeri nascerebbero sugli sci, molte persone del Paese alpino non hanno mai avuto la possibilità di imparare questo sport. E a 30 anni, spesso si considerano troppo vecchi per iniziare. La Federazione svizzera di sci vuole confutare tale timore con nuove proposte. Ad esempio con la “First Ski ExperienceCollegamento esterno“. Il maestro di sci viene a prendervi in albergo, vi aiuta a noleggiare gli sci e vi dà una lezione di un’ora. Attualmente questo “pacchetto” è proposto in 15 località.

Le Scuole svizzere di sci propongono un altro pacchetto: “imparare a sciare in 3 giorniCollegamento esterno“. Garantiscono che i piccoli principianti assoluti, dopo tre lezioni mattutine, potranno sciare in parallelo su una pista blu.

Infrastrutture al passo con i tempi

Un altro modo di attrarre gli sciatori è mettere a disposizione impianti all’avanguardia. Tra questi non devono mancare le macchine per l’innevamento artificiale, che garantiscono la possibilità di sciare anche se non nevica per lunghi periodi. I più grandi comprensori sciistici stanno investendo ingenti somme in nuove infrastrutture.

Ad esempio, la “SkiArena Andermatt-SedrunCollegamento esterno“, definita “la più grande e moderna stazione sciistica della Svizzera centrale”, dispone di circa 200 impianti di innevamento che consentono di ricoprire di neve artificiale 550’000 metri quadrati di piste.

Un milione di franchi al Km

Therese Lehmann Friedli, del dipartimento di ricerca sul turismo dell’università di Berna afferma che, per il momento, gli sport invernali continuano a generare più entrate rispetto agli sport estivi (80:20), ma gli investimenti sono considerevole. Il costo totale dell’investimento per chilometro di pista è pari a circa un milione di franchi. Il rapporto 2017 di Funivie Svizzere stila il seguente elenco dei costi giornalieri in una grande località turistica:

  • produzione di neve artificiale: 43’000 franchi
  • preparazione delle piste: 41’000 franchi
  • costi di gestione delle sciovie: 120’000 franchi
  • sicurezza delle piste da sci: 16’000 franchi

In futuro ci saranno ancora inverni con forti nevicate, ma, a causa dei cambiamenti climatici, si prevede che saranno meno frequenti. Secondo Funivie Svizzere, la neve artificiale aiuterà l’industria sciistica a sopravvivere.

Sciare un po’, lavorare un po’

Gli operatori del settore devono anche tenere conto dei cambiamenti nelle modalità di lavoro. Una parte crescente della popolazione attiva lavora ora da casa o come freelance. Molte di queste persone rientrano nella fascia di età 30-50 anni che il settore degli sport sulla neve è così ansioso di conquistare.

Mia EngiadinaCollegamento esterno, nei Grigioni (Svizzera orientale), offre ora spazi di co-working per freelance e collaboratori esterni, per consentire loro di combinare sci e lavoro. Sempre nel cantone dei Grigioni, con un approccio simile, Laax cerca di allettare soprattutto abitanti di città senza figli. Nella stagione 2017/2018 è stato inaugurato il suo impianto BridgCollegamento esternoeCollegamento esterno (nella foto sotto): uno spazio di lavoro hi-tech nel cuore del comprensorio sciistico e dello snowboard.

uomo seduto a un tavolo, davanti a un computer, di fronte a una finestra da cui si vedono vette innevate.
Dani AMMANN www.daniammann.com

A soli 50 km di distanza si trova Obersachsen, dove l’attenzione è focalizzata sulle famiglie. Si tratta di una cosiddetta località per famiglieCollegamento esterno: per ottenere questo marchio si devono soddisfare determinati requisiti. Tra questi figurano: accesso agevole, un buon prezzo, un albergo vicino alle piste, noleggio sci vicino all’alloggio e servizi di custodia dei bambini. tra gli altri punti. Attualmente 21 località adempiono i criteri.

Sci gratis per i bambini

L’idea è che se si mettono i bambini sugli sci, poi anche da adulti continueranno a praticare questo sport. Molte stazioni sciistiche offrono già la possibilità per i bambini di sciare gratisCollegamento esterno. Con una nuova campagna, Svizzera Turismo distribuisce 12’770 skipass per bambini in 44 stazioni sciistiche. Gli skipass per 6 giorni saranno disponibili fino alla fine della stagione sciistica 2019. Per il mercato indigeno, la Fondazione CleverCollegamento esterno, guidata dall’ex campione di sci Bernhard Russi, offre quattro giorni di sci gratuito (il mercoledì pomeriggio) a bambini fino a 12 anni in otto diverse località.

Preservare la tradizione del campo di sci

C’è il timore che i figli di genitori che non sciano, o che ritengono questo svago troppo costoso, non possano mai mettersi ai piedi un paio di sci e provare il piacere delle piste. Perciò vengono promossi i campi di sci scolastici, che rappresentano un importante bacino di reclutamento di nuovi sciatori.

Nel 2014 il governo svizzero ha dato vita alla “Iniziativa per gli sport della neve in SvizzeraCollegamento esterno“, un progetto congiunto con le associazioni e i cantoni per gli sport sulla neve, presieduto da Tanja Frieden, campionessa olimpica di snowboard nel 2006. In questo ambito, è stata creata una piattaforma online – GoSnowCollegamento esterno – dove, ad esempio, insegnanti e scuole possono prenotare i campi da sci in modo semplice e veloce e trovare le offerte più convenienti.

Anche grazie a questo, si pensa che dal 2011 sia cresciuto il numero di bambini e adolescenti che frequentano i campi sportivi sulla neve ufficialmente riconosciuti dall’Ufficio federale dello sport. Nel 2017, secondo i dati forniti dall’amministrazione federale, 105’302 bambini hanno frequentato i campi in 2’314 siti diversi.

Il futuro

Therese Lehmann Friedli è però convinta che, nonostante tutti questi sforzi per rendere lo sci più attrattivo, la domanda interna di vacanze nelle Alpi nei prossimi anni ristagnerà o addirittura diminuirà. “Occorre quindi capire come le regioni alpine possano svilupparsi in futuro e diventare anche più indipendenti dal turismo. Dovrebbero svilupparsi di più come spazi abitati in cui si vive e lavora e meno come regioni turistiche ed essere meno orientate alla crescita”, afferma la ricercatrice dell’università di Berna.

Ma il tramonto dello sci in queste regioni non si intravvede nell’immediato futuro. E la battaglia per attirare turisti invernali proseguirà finché gli sport sulla neve rimarranno redditizi.

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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