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Un’ombra cala sulle creme solari

Le creme solari aiutano a prevenire i tumori alla pelle, ma possono interferire sul sistema ormonale Keystone Archive

I filtri ultravioletti delle creme solari potrebbero agire come ormoni sessuali ed avere effetti negativi sulla riproduzione umana ed animale.

Lo rilevano due gruppi di ricercatori svizzeri, che avvertono tuttavia di non eccedere nell’allarmismo.

Più consigliabile proteggere la pelle da scottature e da pericolosi melanomi, oppure è meglio mantenere intatta la propria virilità?

Se da un lato le associazioni della Lega contro il cancro raccomandano l’uso di creme solari, dall’altro qualcuno tira il campanello di allarme ed avverte che i filtri ultravioletti contenuti in queste creme rischiano di avere effetti negativi sullo sviluppo sessuale.

L’inquietante notizia, da prendere con le pinze, è stata divulgata da due gruppi di ricercatori che hanno testato gli effetti delle creme solari su cavie animali.

A causa della loro struttura chimica, queste creme sono infatti sospettate di comportarsi come degli ormoni sessuali naturali e di esercitare così un’influenza negativa sulla riproduzione umana ed animale.

“Nulla a che vedere però con gli ormoni propriamente detti o con la pillola contraccettiva”, puntualizza Margret Schlumpf dell’Università di Zurigo.

Non solo creme solari

L’efficacità delle creme solari risiede nella presenza di filtri ultravioletti (UV) chimici. Queste sostanze organiche proteggono la pelle assorbendo in particolare i raggi UVA e UVB.

Al momento, i metodi di identificazione degli effetti ormonali di queste sostanze sono ancora lacunosi. Proprio per questo, il Programma nazionale di ricerca 50 “Perturbatori endocrini” ha deciso di sostenere il lavoro di due gruppi di esperti.

Per la dottoressa Schlumpf, il problema delle sostanze ad effetto estrogeno – cioè che determinano lo sviluppo sessuale femminile – non si limiterebbe esclusivamente alle creme solari. “Queste sostanze sono presenti nei profumi, nei cosmetici e nei conservanti”.

Nessuna ricerca è però in atto in questi settori specifici.

Anomalie sessuali nei ratti

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Zurigo che ha lavorato su dei ratti, ha scoperto che otto filtri UV su dieci si comportano come degli estrogeni.

In un primo momento, queste sostanze sono state mischiate al cibo, poi sono state applicate direttamente sulla pelle degli animali. Gli studiosi zurighesi hanno notato, nelle femmine non ancora sessualmente mature, uno sviluppo precoce dell’utero.

La prole di questi animali si è inoltre rivelata meno numerosa del solito ed il loro tasso di mortalità più alto.

Per gli individui maschi, si è invece osservato un ritardo della pubertà ed una modifica della dimensione dei testicoli e della prostata.

Un risultato confermato anche dai colleghi dell’Istituto per le tecniche ambientali della Scuola universitaria professionale di Basilea (Hes), guidati dal dottor Karl Fent, nonché da un gruppo di ricercatori indipendenti britannici.

La responsabile del programma di lotta contro i tumori della pelle della Lega svizzera contro il cancro Ruth Barberzat, consiglia tuttavia di considerare questi studi con molta cautela.

“Seguiamo attentamente questi test e teniamo conto dei risultati. Ma il legame degli esperimenti sui ratti e l’assorbimento dei filtri UV attraverso la pelle non è ancora provato al 100%”.

Tintarella sicura

Se non è ancora il momento per mettersi in agitazione, i ricercatori consigliano ad ogni modo di non abbassare la guardia.

Un comunicato del Fondo nazionale di ricerca scientifica indica che “si tratta di un problema molto complesso. Questi prodotti non sono di per se tossici, ma a lungo termine possono avere degli effetti indesiderati sull’ambiente”.

Difficile dunque stabilire la relazione tra causa ed effetto, dal momento che molto spesso le modificazioni dell’ambiente o degli organismi sono causate da una concomitanza di diversi fattori.

I vacanzieri estivi non devono quindi cedere al panico. Basta semplicemente limitare l’esposizione solare, indossando vestiti leggeri, riparandosi gli occhi e utilizzando creme protettrici.

“Come i dermatologi, noi continuamo ad insistere sull’importanza della protezione dai raggi UV e sull’utilizzo di creme solari”, indica la collaboratrice della Lega svizzera contro il cancro.

Per i bambini si consiglia di usare creme a filtri minerali. Hanno lo svantaggio di lasciare una sottile pellicola bianca sulla pelle, ma sono molto efficaci e non contengono filtri UV organici.

Attenzione ai bambini

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dichiara di non essere particolarmente preoccupata dalle conseguenze endocrine delle creme solari.

L’Oms ammette tuttavia che gli effetti sulla salute possono essere più accentuati nei bambini, più sensibili degli adulti.

swissinfo e agenzie

15 milioni di franchi il budget del Programma nazionale di ricerca 50, ripartiti su 5 anni.
oltre 1’500 cittadini svizzeri soffrono ogni anno di canro alla pelle.
il 20% dei casi ha un esito letale.

Il programma nazionale di ricerca “Perturbatori endocrini” raggruppa 26 progetti.

L’obiettivo è di valutare i rischi ed i pericoli legati a queste sostanze perturbatrici.

Le autorità ed il settore industriale dovrebbero così disporre di tutti gli elementi necessari per evitare conseguenze negative per la salute umana.

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