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Zurigo: “Games”, i 50 anni dei videogiochi al Museo nazionale

Una sala della mostra con i giochi "arcade" a gettone degli anni Ottanta. Museo nazionale svizzero sda-ats

(Keystone-ATS) Al Museo nazionale di Zurigo si apre venerdì un’esposizione che ripercorre i 50 anni di storia dei videogiochi. “Games” – questo il titolo della mostra temporanea – potrà essere visitata fino al prossimo 13 aprile, lunedì di Pasqua.

Solo pochi decenni fa, i videogiochi erano considerati un mero passatempo scientifico. Oggi sono diventati una delle attività ricreative più popolari al mondo, scrivono oggi in una nota gli organizzatori della mostra.

Tra il 2016 e il 2019, il fatturato di questo settore ancora giovane è cresciuto di circa 22 miliardi di dollari, arrivando a poco meno di 123 miliardi di dollari. Un successo che ha surclassato persino l’industria cinematografica hollywoodiana.

Oggi si contano circa 2,5 miliardi di utenti di “videogame”, ossia un terzo della popolazione mondiale. La passione per i videogiochi si è diffusa negli Stati Uniti dalla fine degli anni Cinquanta. “Tennis for Two”, lanciato nel 1958 dal fisico William Higinbotham, è stato il secondo videogioco al mondo e il vero punto di partenza di questo tipo di intrattenimento.

Dagli anni Settanta, i videogiochi iniziano a rappresentare un importante fattore economico, diffondendosi nelle abitazioni come attività per famiglie. Allo stesso tempo, si impongono anche nelle sale giochi, dove fanno concorrenza ai flipper. Inizia così il periodo d’oro dei giochi “arcade”, o a gettone. Nei ristoranti, nei centri commerciali o negli aeroporti si può giocare a “Pac-Man” o “Space Invaders”, grazie alle macchine che spopolano tra i ragazzi.

Un decennio più tardi, si svolgono i primi “LAN party”, eventi in cui i partecipanti collegano il proprio computer tramite una rete locale per giocare insieme. A volte i gruppi di giocatori sono talmente numerosi da arrivare a riempire intere sale.

L’industria informatica inizia intanto a sviluppare dispositivi mobili, rendendo possibile giocare anche online e fuori casa. Ma è solo nel nuovo millennio che i videogiochi si fondono con la realtà virtuale, regalando un’esperienza interamente innovativa grazie a un’immersione completa nel mondo di gioco.

Con l’ascesa dei videogiochi a fattore economico globale – scrivono i responsabili del museo – vengono alla luce anche i lati negativi di questo fenomeno di massa. Molti giochi infatti funzionano con un sistema di ricompense, che possono essere guadagnate con il gioco assiduo oppure con il denaro.

Oggi ad essere al centro delle critiche è soprattutto il gioco di sopravvivenza “Fortnite”. Lo scorso autunno in Canada è stata intentata un’azione legale collettiva contro la società produttrice Epic Games. L’accusa: il gioco è stato appositamente programmato per creare una forte dipendenza tra i giovani. La sentenza non è stata ancora pronunciata.

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