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Unia: personale di cura insoddisfatto, quasi la metà vuole cambiare

Un assistente di cura su due non intende continuare a svolgere questo tipo di lavoro fino all'età del pensionamento. Immagine d'archivio. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Un assistente di cura su due non intende continuare a svolgere questo tipo di lavoro fino all’età del pensionamento. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Unia, i cui risultati sono stati presentati oggi a Berna.

Secondo il sindacato, le ragioni sono da ricercare nella sempre maggiore predominanza di considerazioni economiche nell’organizzare il lavoro del personale di cura.

Rappresentanti di Unia hanno parlato oggi di “risultati allarmanti” dell’ultima indagine sulle cure infermieristiche. Il sondaggio ha preso in considerazione informazioni fornite da 1194 persone che lavorano nell’assistenza di lunga durata.

Dall’indagine emerge che ben il 47% degli intervistati non vuole lavorare nel settore infermieristico fino al pensionamento. Nel caso degli operatori sociosanitari questa quota è addirittura del 52%, mentre per il personale infermieristico si parla del 45%.

Solo un dipendente su cinque – sottolinea Unia – immagina di portare avanti questo tipo di impiego fino al pensionamento. Si tratta di prospettive estremamente negative per un settore in cui continua ad esserci grande carenza di personale, sottolinea il sindacato.

Tra le principali ragioni di questa tendenza figurano soprattutto i problemi di salute: un intervistato su due (49%) ha indicato di voler cambiare lavoro perché l’attività nel settore delle cure è nociva per la sua salute. Si tratta di professioni pesanti sia dal punto di vista fisico che psicologico, rileva il sindacato.

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