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TF: “Mistinguett” non è molestia sessuale

Mistinguett, pseudonimo di Jeanne Florentine Bourgeois (1875-1956) sda-ats

(Keystone-ATS) Il Tribunale federale non ha dato soddisfazione a una impiegata licenziata che aveva chiesto un indennizzo di oltre 50’000 franchi perché un superiore l’aveva chiamata durante un aperitivo “Mistinguette”, allusione a una nota attrice e ballerina di cabaret francese.

La donna, contabile in una società commerciale, era stata licenziata a seguito di problemi strutturali dell’azienda. Avendo sentito un superiore chiamarla “Mistinguett”, si era rivolta alla giustizia vodese denunciando una molestia sessuale.

Il soprannome – aveva fatto valere – faceva chiaramente riferimento allo pseudonimo scelto da Jeanne Florentine Bourgeois, cantante e attrice francese nata nel 1875 e morta nel 1956, famosa diva del Moulin Rouge della Belle Epoque e di altri noti locali parigini dove esibiva le sue gambe affilate, che aveva peraltro fatto assicurare nel 1919 per l’astronomica somma di 500’000 franchi francesi. Secondo la ricorrente, una simile allusione non poteva che essere interpretata come degradante nei suoi riguardi.

In una sentenza pubblicata oggi, i supremi giudici di Losanna confermano tuttavia le conclusioni dei colleghi del tribunale cantonale vodese. Certo – rilevano – Jeanne Florentine Bourgeois, alias Mistinguett, era una famosa donna di spettacolo e ballerina di cabaret della Belle Epoque. Tuttavia si era resa celebre per la sua grazia e il suo spirito. La sua biografia non comporta alcuna connotazione negativa.

I giudici federali aggiungono che il termine Mistinguett è utilizzato oggi per designare in modo affettuoso una ragazza. Anche ammettendo che l’intenzione del superiore non fosse lusinghiera e che l’uomo avesse forse pensato a una “figura impennacchiata su gambe affilate”, il paragone non può essere considerato una molestia sessuale. Per il Tribunale federale, l’asticella non va posta troppo in alto quando un autore di commenti fuori luogo dà più che altro sfoggio di ignoranza.

Inoltre – sostiene ancora l’alto tribunale – c’è una bella differenza tra una donna di spettacolo o una ballerina della Belle Epoque e un’artista di cabaret nel senso moderno del termine, nel quale non c’è più la nozione “né di vera artista né di cabaret”.

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