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Salari edilizia: falliti negoziati fra sindacati e padronato

I lavoratori edili hanno espresso la loro collera per il fallimento delle trattative KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT sda-ats

(Keystone-ATS) Sono falliti i negoziati fra sindacati e padronato per un aumento salariale di 150 franchi al mese nel settore dell’edilizia. La Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC) e i sindacati Unia e Syna non hanno trovato un accordo in tal senso.

Delusione e collera è stata espressa dai 160 lavoratori edili riuniti oggi a Berna in occasione della loro Conferenza professionale.

Dopo tre anni di congelamento salariale e malgrado il boom dell’edilizia, anche quest’anno gli impresari costruttori non vogliono garantire un aumento salariale, deplora Unia in una nota odierna.

I lavoratori chiedono alla SSIC di riprendere le trattative e rivendicano un aumento consistente dei salari per tutti. Ciò è assolutamente necessario per riuscire almeno a mantenere il potere d’acquisto, aggiunge il sindacato. Unia ricorda che ancora una volta i premi delle casse malattia esplodono e gravano sul bilancio famigliare dei lavoratori edili.

I delegati ribadiscono quindi la loro rivendicazione di un aumento di 150 franchi mensili per i prossimi due anni. In occasione della Conferenza professionale i lavoratori hanno deciso all’unanimità che non ci sarà un nuovo Contratto nazionale mantello (CNM) per il settore della costruzione senza un consistente aumento in busta paga. Il CNM attuale giungerà a scadenza alla fine del 2018.

Al termine della conferenza, i delegati hanno espresso la loro collera con un’azione spontanea: hanno depositato attrezzi di lavoro di fronte alla sede bernese della SSIC, facendo comprendere che essi sono pronti a battersi per condizioni di lavoro eque.

Rivendicazioni eccessive

Dal canto suo, la SSIC deplora “che non si sia trovato un accordo” con i sindacati, si legge in un’altra nota odierna. Gli impresari-costruttori non si spiegano come le organizzazioni sindacali “possano dimenticare la realtà economica del settore principale della costruzione e insistere in rivendicazioni eccessive”.

La SSIC ritiene di aver presentato ai sindacati una proposta equilibrata: un aumento individuale del salario effettivo dello 0,5% come pure di tutti i salari minimi dello 0,3%. A suo avviso, “non esiste un margine di manovra per una progressione dei salari che vada oltre a quanto proposto dagli impresari-costruttori”.

La SSIC giustifica la sua decisione con livelli salariali già molto elevati, un incremento dei costi negli ultimi anni, una concorrenza inasprita e prospettive incerte sul mercato.

Secondo gli impresari-costruttori, il CNM è per gli operai il contratto collettivo più favorevole ai lavoratori della Svizzera. Esso prevede fra l’altro un salario minimo di 5’500 franchi per muratori qualificati e costruttori di strade (4’500 per lavoratori senza formazione professionale) e ciò per 13 mensilità, 40 ore e mezza alla settimana e cinque settimane di vacanza.

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