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Ora estiva è scattata, mai sopito il dibattito su sua utilità

Svegliarsi un'ora dopo... KEYSTONE/STR sda-ats

(Keystone-ATS) È scattata oggi l’ora estiva: alle 2 del mattino gli orologi si sono portati avanti di un’ora, che sarà recuperata con il ritorno all’ora solare il 25 ottobre.

Il cambiamento è da sempre un momento per rilanciare il dibattito sull’utilità dell’esercizio: fra i primi oppositori, 40 anni or sono, figurava anche un giovane Christoph Blocher: Diversi studi dimostrano fra l’altro che con la mutazione di orario aumentano gli incidenti.

Secondo i ricercatori a influenzare le statistiche è la maggiore quantità di colpi di sonno, che mettono ko le molte persone cronicamente stanche. Il giorno dopo il cambiamento di orario i sinistri sulle strade aumentano dell’8%, rivelava anni fa uno studio canadese. E un’analoga analisi effettuata negli Usa era giunta allo stesso risultato.

Questi dati sono in linea con una ricerca che era stata condotta dall’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi), che aveva passato al setaccio tutti gli incidenti fra 1981 e il 2005 avvenuti la settimana dopo il passaggio all’ora estiva o invernale, stabilendo che aumentano del 7% sia i sinistri, sia il numero dei feriti.

La motivazione principale per cambiare l’orario rimane invece sempre la stessa: il risparmio energetico. Che questo effettivamente sussista o che l’impatto sia nullo o addirittura – come sostengono taluni – controproducente non è chiaro. Nella pratica però nessun paese osa chiamarsi fuori, perché avrebbe problemi nei rapporti transfrontalieri.

Emblematico in tal senso è il caso della Svizzera. L’introduzione dell’ora solare era stata bocciata in votazione popolare nel maggio 1978 con il 52% di no. Governo e parlamento si affrettarono però a promulgare una seconda legge, che entrò in vigore il primo gennaio 1981, per evitare i problemi creati dalle differenze di orario con i paesi circostanti, ormai già tutti allineati.

Contro queste disposizioni, considerate un diktat dall’estero, venne lanciato un secondo referendum capitanato dal giovane consigliere nazionale Christoph Blocher, ma non furono raccolte le firme necessarie. Pure insufficiente sostegno andò a un’iniziativa popolare per la reintroduzione dell’ora solare. Da allora il tema viene comunque costantemente citato come esempio da chi ritiene che votare non serve a nulla, “tanto a Berna fanno quello che vogliono”.

Il tema dell’ora legale affascina la popolazione mondiale ormai da generazioni. Le origini del dibattito vengono fatte risalire alla fine del 1700, più precisamente al 1784, quando l’inventore del parafulmine Benjamin Franklin pubblicò la sua proposta sul quotidiano francese “Journal de Paris”.

Le riflessioni di Franklin si basavano sulla volontà di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dall’inglese William Willet, che elaborò un nuovo approccio. La proposta trovò seguaci: nel 1916 la Camera dei comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Diversi paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra (il primo conflitto mondiale era scoppiato nel 1914) il risparmio energetico era una priorità.

Anche la Germania passò al nuovo sistema (per abbandonarlo poi di nuovo con la Repubblica di Weimar). In Svizzera il Consiglio federale esitò, ma il 24 marzo 1917 rinunciò ad adottare la novità. I risparmi erano giudicati non sufficienti: secondo il governo le statistiche concernenti le quantità di carbone economizzate non erano abbastanza probanti. Si temevano inoltre gli squilibri provocati al ritmo di vita di uomini e animali. “I giorni di lavoro della nostra popolazione agricola sono già abbastanza lunghi”, affermavano quelli che allora erano chiamati i “sette saggi”.

Il tema tornò d’attualità durante la Seconda Guerra mondiale. L’esecutivo federale decise di applicare il sistema nel 1941 e nel 1942, nell’intento di economizzare energia. Ma visto che non si osservarono gli effetti voluti si tornò alla tradizione.

Intanto gli altri paesi stavano sperimentando. Nella Germania prostrata dalla guerra, tra il 1947 e il 1949, si instaurò addirittura una “Hochsommerzeit” (alta ora estiva). Nel periodo compreso tra l’11 maggio e il 29 giugno le lancette venivano spostate in avanti di un’ulteriore ora. Da notare inoltre che nella zona occupata dall’Urss vigeva l’ora di Mosca: i cambiamenti di orario nello spazio di pochi chilometri potevano quindi essere notevoli.

Dopo lo choc petrolifero del 1973 sempre più nazioni europee aderirono alla nuova usanza. Come detto la Svizzera ci arrivò nel 1981, un anno prima la Germania e l’Austria, ma prima di allora il sistema era già in vigore in Italia (dal 1966) e Francia (1976).

Il cambiamento d’ora estivo è stato introdotto in tutti i paesi dell’Unione europea all’inizio degli anni Ottanta. Dal 1996, la durata del cambiamento è stata armonizzata a livello continentale: dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre.

L’ora legale non è comunque un fenomeno solo europeo. In America vige in un periodo sfasato, cosa di cui si accorgono i viaggiatori e chi ha rapporti d’affari con gli Usa. Nel sud del mondo segue ovviamente un calendario invertito rispetto all’emisfero settentrionale.

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