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No a raggruppamento servizio e protezione civili, Civiva

La Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri (CG MPP) ha deplorato un "drastico calo" degli effettivi della protezione civile. KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) La Federazione svizzera del servizio civile (Civiva) si oppone al progetto di raggruppare il servizio civile e la protezione civile.

L’idea di unire i due ambiti è stata formulata il 3 maggio dalla Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri (CG MPP). La misura è volta a far fronte al “drastico calo” degli effettivi della protezione civile.

Per Civiva quella della CG MPP è una pessima idea. In una nota odierna, la Federazione, nel cui comitato figurano politici federali ecologisti e borghesi democratici ed esponenti del mondo associativo e pacifista, fa prima di tutto notare che i due servizi hanno ruoli molto diversi: i militi della protezione civile sono chiamati a intervenire in situazioni estreme, mentre i “civilisti” svolgono quotidianamente compiti per il bene della società nel suo insieme. I primi inoltre sono reclutati in funzione della loro abilità al servizio, mentre per i secondi valgono ragioni di coscienza.

Civiva osserva anche che la protezione civile, organizzata a livello cantonale, presenta risorse in personale ampiamente sottosfruttate in determinate regioni: “Non è quindi possibile parlare di un problema fondamentale di alimentazione in effettivi”, si legge nella nota. “Se c’è qualche problema di distribuzione all’interno della protezione civile, quest’ultima dovrebbe concentrarsi sulla cooperazione tra le regioni piuttosto che attaccare il servizio civile”, afferma Samuel Steiner, copresidente di Civiva, citato nel comunicato.

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