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Mercati alla prova Turchia dopo il taglio del rating

Mercati chiamati ad una ennesima prova di resistenza a partire da domani dopo il taglio del rating di Moody's e S&P alla Turchia. KEYSTONE/AP/LEFTERIS PITARAKIS sda-ats

(Keystone-ATS) Mercati chiamati ad una ennesima prova di resistenza a partire da domani dopo il taglio del rating di Moody’s e S&P alla Turchia.

Così nel giorno in cui rientra l’emergenza Grecia con la fine del piano di aiuti, costato molto ad Atene in termini economici e sociali, a preoccupare resta Ankara e la svalutazione della sua valuta.

La scure delle agenzie di rating internazionali si è abbattuta sul paese asiatico venerdì sera, quando sia Moody’s sia Standard and Poor’s hanno annunciato di aver ridotto la valutazione sul debito del paese afflitto da una grave crisi economica e da forti tensioni valutarie nelle ultime settimane. Moody’s ha tagliato a Ba3 da Ba2 e ha cambiato a “negativo” l’outlook sulla tenuta creditizia del Paese. Una decisione presa dopo una analisi iniziata il primo giugno scorso e che aveva già messo il rating della nazione sotto osservazione per una possibile bocciatura.

Per Moody’s la scelta si fonda soprattutto sul “continuo indebolimento delle istituzioni pubbliche turche” e sul fatto che le politiche della nazione sono sempre meno prevedibili. Valutazioni analoghe quelle di S&P, che ha declassato il debito sovrano a ‘junk’ (spazzatura), citando l’estrema volatilità della lira e prevedendo una recessione nel 2019, aggiungendo così altri guai al Paese. L’agenzia ha abbassato il rating a B+ da BB, con un secondo declassamento nell’arco di un mese, e ha mantenuto stabile l’outlook.

La mossa è arrivata dopo che la lira ha perso circa il 40% del suo valore sul dollaro quest’anno. La crisi valutaria è stata aggravata dall’allarme degli investitori per l’influenza del presidente Recep Tayyip Erdogan sulla politica monetaria (con la sua spinta per non aumentare i tassi di interesse) e dalle controversie con gli Usa per la mancata liberazione del pastore evangelico Usa Andrew Brunson, che rischia 35 anni di galera per accuse di spionaggio e terrorismo. Washington ha imposto sanzioni a due ministri turchi e raddoppiato le tariffe su acciaio e alluminio, Ankara ha replicato con dazi per 533 milioni di dollari e boicottando i prodotti elettronici americani. Ma il presidente Donald Trump ha minacciato ulteriori sanzioni, assicurando che gli Usa “non staranno a guardare seduti”.

La crisi turca sarà al centro anche della prossima riunione dei banchieri centrali fissata per venerdì 24 e sabato 25 agosto al simposio annuale della Federal Reserve di Jackson Hole, nel Wyoming.

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