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La Turchia al voto, per Erdogan incubo ballottaggio

Sostenitori di Tayyip Erdogan oggi a Istanbul. KEYSTONE/AP/LEFTERIS PITARAKIS sda-ats

(Keystone-ATS) A due giorni dal voto che per la prima volta attribuirà i nuovi poteri del presidenzialismo, introdotti dal contestato referendum dello scorso anno, Recep Tayyip Erdogan prova a galvanizzare la folla.

In un momento cruciale per il Paese, tra pericolose oscillazioni finanziarie e forti tensioni con l’Europa, quasi 60 milioni di elettori sono chiamati a scegliere il capo dello Stato – che guiderà anche il governo – e il nuovo Parlamento.

Un election day cui si arriva con quasi un anno e mezzo d’anticipo, dopo la convocazione voluta da Erdogan per cavalcare l’ondata nazionalista della guerra ai curdi in Siria e contenere un’instabilità economica cui i mercati guardano con crescente preoccupazione.

Secondo la maggioranza dei sondaggi, Erdogan oscilla intorno alla soglia della maggioranza assoluta, richiesta per l’elezione al primo turno. Potrebbe persino essere questione di decimali. Se non ce la dovesse fare, sarebbe tutto rimandato al ballottaggio due settimane dopo.

Il suo sfidante più accreditato è Muharrem Ince, candidato del socialdemocratico e kemalista Chp, stimato al 30% e in crescita. Nettamente dietro, stando ai sondaggi, c’è l’ex ministra degli Interni nazionalista Meral Aksener, molto calata rispetto alle attese iniziali. Intorno al 10% è invece Selahattin Demirtas, leader curdo candidato dal carcere, dove si trova da un anno e mezzo con accuse di sostegno al Pkk che lui ha sempre negato.

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