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Israele: assassino di Rabin chiede nuovo processo

(Keystone-ATS) Ventidue anni dopo la uccisione di Yitzhak Rabin, il suo assassino Igal Amir chiede dal carcere dove sconta l’ergastolo un nuovo processo. Ad annunciarlo è la moglie Larissa Amir-Trimbobler.

Essa afferma infatti di disporre di “18 prove irrefutabili” secondo cui a provocare la morte del premier laburista non furono i proiettili sparati da Amir, allora studente di giurisprudenza legato all’estrema destra ebraica. Secondo la moglie, un laboratorio svizzero si è messo a sua disposizione per dimostrarlo. Adesso, su Facebook, la donna chiede al pubblico di ricevere altro materiale a sostegno della sua tesi.

L’avvocatessa Pnina Guy, che guidò la pubblica accusa nel processo contro l’attentatore, ha replicato che lo stesso Amir ammise di avere sparare a Rabin, e respinse le teorie cospiratorie. Dalla sua pistola, ha aggiunto Guy, partirono tre proiettili: il primo e il terzo, di tipo Hollowpoint, raggiunsero i polmoni di Rabin, mentre il secondo ferì ad un braccio una guardia del corpo.

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