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Industria farmaceutica scarica dosi elevate medicinali nel Reno

Venticinque sostanze tra cui antidepressivi e oppiacei sono stati identificati nel Reno (foto simbolica) KEYSTONE/STR sda-ats

(Keystone-ATS) Venticinque sostanze tra cui antidepressivi e oppiacei sono stati identificati nel Reno da ricercatori dell’Istituto federale per la ricerca sulle acque (Eawag) e del Politecnico federale di Zurigo (ETH).

Questi hanno analizzato l’impatto di una azienda farmaceutica sulle acque del fiume dopo il passaggio dall’impianto di epurazione. Alte concentrazioni di tali sostanze erano ancora presenti a 100 km di distanza.

Sono state trovate, tra le altre, tracce del farmaco per i reumatismi Voltaren (Didofenac) e del farmaco psicotropo Ritalin (metilfenidato). Gli esperti dell’Eawag, dell’ETH e di una start-up hanno confrontato campioni di acque reflue prelevati giornalmente per un periodo di tre mesi da un impianto di depurazione alimentato solo da abitazioni private e da artigiani con uno che tratta le acque reflue industriali.

I principi attivi trovati e i loro prodotti di degradazione sono stati analizzati con uno spettrometro di massa ad alta risoluzione. Le differenze erano evidenti, come riferiscono i ricercatori nella pubblicazione specialistica “Environmental Science and Technology”.

Non solo sono state rilevate sostanze medicinali nelle acque reflue industriali, ma è stato possibile anche definirne i periodi: le aziende farmaceutiche producono alcuni prodotti in modo ciclico in determinati periodi. Questi prodotti sono stati trovati anche nelle acque reflue proprio in questi momenti.

L’individuazione delle sostanze che l’industria farmaceutica scarica nelle acque reflue è stata finora difficile, scrivono i ricercatori guidati dalla dottoranda Sabine Anliker e dal chimico ambientale Heinz Singer. Le aziende tengono segreti i dettagli dei loro processi produttivi.

Nell’ambio dello studio non è stato possibile esaminare l’impatto delle sostanze farmaceutiche sull’ambiente. Tuttavia Singer ha detto di essere rimasto sorpreso dell’elevato livello di concentrazione, che può essere ancora misurabile a 100 chilometri di distanza.

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