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Il CHUV cerca donne che partoriscano in casa

David Baud, capo del reparto di ostetricia del Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV). KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT sda-ats

(Keystone-ATS) Il Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) ha lanciato uno studio per comparare a livello batterico i parti in casa con quelli in ospedale. Per tale ragione cerca una cinquantina di future mamme che vogliono dare alla luce il figlio fra le mura domestiche.

“Ci sono sempre più donne secondo le quali un parto meno medicalizzato è meglio. Siccome siamo un ospedale universitario, cerchiamo delle prove scientifiche”, ha spiegato David Baud, capo del reparto di ostetricia del CHUV.

Il suo laboratorio parte dal presupposto che un parto in casa avviene in presenza di una vasta gamma di “batteri famigliari”, cosa che non succede in ospedale. Si tratta quindi di capire se le mura domestiche siano effettivamente il luogo ideale per una nascita. I “batteri famigliari” potrebbero ad esempio aiutare ad evitare allergie.

Attualmente, la squadra di Baud ha trovato sei volontarie, delle quali tre hanno già partorito. Per raccogliere fondi per il settore, il 13 ottobre lo specialista cercherà di fare il giro del Lago Lemano a corsa: farà un passo per ogni franco ricevuto. L’obiettivo è completare tutti i 180 chilometri del percorso, che equivarrebbero a 180’000 franchi.

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