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GR: misure coercitive, studio su scheletri cimitero Realta

L'analisi archeologica di 103 scheletri ha permesso di farsi un'idea delle condizioni di vita e di salute delle persone internate. Ufficio della cultura, Servizio archeologico dei Grigioni sda-ats

(Keystone-ATS) Le indagini svolte sugli scheletri e sui registri del dismesso cimitero della “casa di correzione cantonale Realta”, a Cazis (GR), ha permesso per la prima volta di farsi un’idea più precisa delle condizioni di vita e di salute delle persone internate in modo coatto.

Persone definite “trascurate”, “pigre” o “pazze”. Il primo studio effettuato in Svizzera su scheletri prelevati da un istituto storico di “internamento amministrativo” illustra come i problemi di salute la povertà abbiano contribuito alle misure coatte.

Nel 2016, informa l’Ufficio della cultura – Servizio archeologico dei Grigioni – in una nota odierna, nel corso dei lavori per la costruzione del nuovo penitenziario a Cazis Tignez, si è dovuto procedere al risanamento e quindi a un’analisi archeologica del cimitero dell’istituto, che ospitava 103 tombe risalenti approssimativamente al periodo tra il 1858 e il 1910.

I risultati dello studio sono stati pubblicati recentemente ed offrono l’analisi di un triste capitolo della storia grigionese. Grazie ai registri della casa di correzione tramandati sono noti i nomi e altri dati di numerose persone che morirono durante il periodo di internamento e che vennero seppellite in loco.

Internamenti coatti: cause e conseguenze

Le fonti documentano la grande diversità delle persone internate: donne e uomini appartenenti a entrambe le confessioni, di età diversa e anche provenienti da fuori Cantone.

All’epoca, spiega la nota, si credeva che la povertà fosse da ricondurre a un comportamento sbagliato dell’individuo e le persone il cui stile di vita si scostava dalla norma o che non erano in grado di provvedere autonomamente al proprio mantenimento venivano internate contro la loro volontà in istituti quali case di lavoro e ospizi di mendicità (internamento amministrativo).

Possibili casi di sindrome di Stickler, microcefalia, sifilide congenita, ipotiroidismo endemico e disabilità di origine traumatica furono probabilmente il motivo della marginalizzazione e dell’internamento. La frequenza sensibilmente più elevata di tubercolosi era associata allo status socioeconomico e alle condizioni di vita all’interno dell’istituto.

Le fratture, in particolare delle costole, erano molto frequenti e probabilmente dovute a episodi di violenza interpersonale dentro l’istituto, oltre che a malattie quali l’osteoporosi e l’osteomalacia.

Il triste ruolo “pioniere” dei Grigioni

Già uno studio pubblicato nel 2017 aveva evidenziato che i Grigioni furono tra i primi Cantoni a disporre di una “casa di lavoro” per “fannulloni” e “vagabondi”: nel 1840 fu aperto lo Zwangsarbeitsanstalt Fürstenau (casa di lavoro forzato), uno dei primi istituti in Svizzera, che nel 1855 fu trasferito nella “casa di correzione” di Realta a Cazis. Qui, stima lo studio, tra il XIX e il XX secolo gli internamenti amministrativi hanno riguardato 1’500 persone. L’istituto è stato uno dei luoghi di coercizione più importanti in Svizzera fino alla metà degli anni Settanta.

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