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Giornate letterarie Soletta: record di visitatori

Trentanovesima edizione di grande successo per le Giornate letterarie di Soletta. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Le Giornate letterarie di Soletta hanno chiuso oggi i battenti confermando il record di affluenza delle due passate edizioni: 16’000 appassionati – mille in più dello scorso anno – in tre giorni malgrado la meteo splendida del lungo fine settimana dell’Ascensione.

Nella tre giorni della 39esima edizione delle Giornate si sono alternate come da tradizione letture, dibattiti e atelier di discussioni con circa 70 autori, tra cui ticinesi e grigionesi.

Anche quest’anno la rassegna ha avuto come teatro l’intero centro storico e la riva del fiume Aare. L’immediata vicinanza delle varie sedi in cui si sono svolte le manifestazioni e le dimensioni ridotte della città di Soletta hanno favorito lo scambio di idee e gli incontri informali.

Gli autori hanno presentato le loro ultime pubblicazioni, dominate anche stavolta dalle opere in tedesco di scrittori quali Lukas Bärfuss e Matthias Zschokke. Voce in capitolo hanno avuto anche opere letterarie in italiano, francese, inglese, norvegese, russo e spagnolo. Non è mancata la letteratura per ragazzi, la poesia così come le traduzioni e le opere prime.

Tra le presenze “italofone” da segnalare: Fabiano Alborghetti (“Maiser”, Edizione Marcos y Marcos, 2017), Massimo Ghezzi (“Uno di nessuno”, Edizioni Casagrande, 2016), Dada Montarolo (“Nessun messaggio nuovo”, Gabriele Capelli Editore, 2017) e Maria Rosaria Valentini (“Magnifica”, Sellerio editore, 2016).

Non sono mancate neppure le traduzioni in italiano de “Il giudice e il suo boia” (di Friedrich Dürrenmatt) da parte di Donata Berra e di “Marcel Dupond e i gemelli criminali” (di Göri Klainguti) da parte di Walter Rosselli.

L’edizione di quest’anno si è infine distinta per le numerose interazioni tra letteratura e musica: Simone Cristicchi (“Il secondo figlio di Dio”, Arnoldo Mondadori Editore, 2016) ha in particolare tenuto una “lettura concertante”.

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