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Ginevra: 3500 tibetani in esilio commemorano rivolta popolare 1959

Oltre 3500 tibetani in esilio e simpatizzanti venuti da tutta Europa si sono riuniti oggi a Ginevra per commemorare la rivolta popolare del 10 marzo 1959 contro il governo cinese. KEYSTONE/EPA KEYSTONE/MARTIAL TREZZINI sda-ats

(Keystone-ATS) Oltre 3500 tibetani in esilio e simpatizzanti venuti da tutta Europa si sono riuniti oggi a Ginevra per commemorare la rivolta popolare del 10 marzo 1959 contro il governo cinese. I partecipanti hanno fatto appello al rispetto dei diritti umani in Tibet.

“Free Tibet” (“Tibet libero”), hanno scandito al ritmo dei tamburi. Un lunghissimo corteo è giunto al Jardin Anglais sotto una pioggia battente. La polizia ginevrina non deplora alcun incidente a margine della manifestazione.

Numerosi oratori hanno lanciato appelli in favore di un Tibet indipendente dalla Cina. Hanno esortato la comunità internazionale a prendere misure immediate per far rispettare i diritti umani nel Paese.

Il 10 marzo 1959, la resistenza tibetana è culminata con la rivolta popolare contro la Cina a Lhasa, la principale città del Tibet. L’insurrezione è stata violentemente repressa dall’esercito cinese. Qualche giorno dopo il Dalai Lama è fuggito nelle montagne in India.

Ieri la comunità tibetana in Svizzera ha lanciato una campagna per chiedere al Consiglio federale di impegnarsi maggiormente a favore della protezione dei diritti umani in Tibet ma anche per la protezione dei tibetani in Svizzera. Ha lanciato una petizione al governo al quale si sono rivolte anche due deputate con altrettanti postulati.

La Svizzera ospita la più importante colonia tibetana fuori dall’Asia. La Confederazione è stata tra i primi Paesi ad aver accolto rifugiati tibetani, circa 60 anni fa.

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