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Franz, presidente cda di Roche, vuole accordo con Ue

Per il presidente del cda di Roche, Christoph Franz, "è fondamentale avere libero accesso all'UE", e la via migliore per raggiungere rapidamente relazioni stabili con l'UE è firmare l'accordo quadro istituzionale. KEYSTONE/PATRICK STRAUB sda-ats

(Keystone-ATS) Christoph Franz, presidente del consiglio di amministrazione di Roche, è chiaramente a favore dell’accordo istituzionale negoziato dalla Svizzera e da Bruxelles: “Per noi è fondamentale avere libero accesso all’UE”.

“Sono molto cauto e scettico circa la possibilità che la Svizzera ottenga un risultato migliore attraverso una eventuale rinegoziazione dell’intesa”. La via migliore per raggiungere rapidamente relazioni stabili con l’UE è firmare l’accordo quadro, afferma Franz in un’intervista rilasciata ai giornali del gruppo “CH Media”.

Alla domanda se considera l’UE eccessivamente intransigente nei confronti della Svizzera, Franz rimanda agli attuali negoziati sulla Brexit. “L’Unione vuole impedire ad altri Stati membri di seguire la via britannica” e ciò limita fortemente il suo margine di manovra. “Al momento ha altri interessi”.

Già la settimana scorsa il CEO di Roche Severin Schwan, in occasione della presentazione dei risultati aziendali, aveva dichiarato che per Roche sarebbe positivo se l’accordo quadro venisse presto approvato.

Nell’intervista Franz affronta anche la questione dei prezzi dei farmaci e della pressione sui margini in atto negli Stati Uniti. Gli USA sono di gran lunga il più grande mercato di Roche e di conseguenza l’azienda farmaceutica è fortemente coinvolta nelle discussioni sulle riforme del sistema sanitario e quindi anche sul prezzo dei farmaci.

“Vogliamo contribuire a sviluppare soluzioni ai problemi che si manifestano nel sistema sanitario americano”. Allo stesso tempo “dobbiamo però stare attenti che queste riforme non ci impediscono di investire nella ricerca e nello sviluppo nella stessa misura di quanto abbiamo fatto nel passato”.

Roche, comunque, non sta investendo solo in ricerca e sviluppo: secondo il presidente del cda, in cima alla liste delle priorità vi è anche la formazione del personale. Quanto a digitalizzazione e globalizzazione non bisogna fare allarmismi. È compito dell’azienda contribuire a plasmare il cambiamento e renderlo socialmente accettabile. “Tutti i settori della popolazione dovrebbero essere coinvolti il più possibile”.

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