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Dispersione insediamenti: è no nella misura del 63,7%

Chiaro "no" all'iniziativa contro la dispersione degli insediamenti KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA BELLA sda-ats

(Keystone-ATS) Chiaro “no” all’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti, lanciata dai Giovani Verdi, che mirava a congelare a tempo indeterminato – attraverso una modifica costituzionale – la superficie totale delle zone edificabili ai livelli odierni.

In votazione popolare la proposta è stata respinta nella misura del 63,7%. Il risultato non costituisce per nulla una sorpresa. L’iniziativa, che nei primi sondaggi sembrava raccogliere ampi consensi, ha infatti perso costantemente vigore man mano che progrediva la campagna di votazione, anche perché sul fronte dei contrari si erano schierati con forza governo, parlamento, cantoni e partiti di centro destra: alla resa dei conti i voti contrari sono stati 1’291’464 e quelli favorevoli 737’270. L’affluenza alle urne è stata del 37,5%.

Tutti i cantoni, seppure con accenti diversi, hanno dato risposta negativa. I più sensibili alle argomentazioni degli ecologisti, che consideravano insufficiente la revisione della legge sulla pianificazione del territorio accettata dai cittadini svizzeri nel 2013, sono stati i ginevrini e le aree urbane: nel canton Ginevra i voti contrari si sono fermati al 52,3%.

Sul fronte opposto il Vallese, che ha spazzato via l’iniziativa nella misura del 78,7%. Una fortissima opposizione è venuta anche da Obvaldo, Nidvaldo, Svitto e Appenzello interno; tutti hanno espresso un voto negativo con percentuali superiori al 70%. In questo gruppo si sono inseriti anche i Grigioni, dove i “no” si sono attestati al 71,9%.

Più sfumata la posizione del Ticino, che con una proporzione negativa del 58,2% si è posizionato tra le regioni in qualche modo più aperte alle rivendicazioni dei Verdi, assieme a Basilea Città (53,5% di voti contrari), Neuchâtel (53,8%), Sciaffusa (59,4%) e Zurigo (59,96%). Questi cantoni, assieme alla già citata Ginevra, sono i soli che hanno manifestato un tasso di opposizione inferiore al 60%. Sul piano comunale i “sì” hanno prevalso in capoluoghi come Ginevra, Losanna, Neuchâtel e Friburgo.

Delusi, ma non troppo, i promotori e i sostenitori appartenenti allo schieramento rosso-verde. Il consigliere nazionale Carlo Sommaruga (PS/GE) ha deplorato l’esito del voto e ha chiesto con urgenza “soluzioni efficaci”. Sulla stessa linea il deputato Thomas Hardegger (PS/ZH): “la perdita di territorio continuerà ad essere incoraggiata. È quindi necessaria una correzione”.

Luzian Franzini, co-presidente del comitato promotore, si è detto deluso dopo che il traguardo minimo fissato, ossia un tasso di approvazione di almeno il 40%, non è stato raggiunto. I giovani Verdi, ha detto, hanno tuttavia ottenuto alcuni successi: “l’affluenza alle urne non è stata così bassa come temuto e abbiamo avviato una vivace discussione”.

L’iniziativa era “troppo radicale” e la popolazione ne era cosciente. Se fosse stata accettata avrebbe congelato lo sviluppo economico del Paese, ha detto Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini (USC) e consigliere nazionale (PLR/FR). “Non si può rimanere immobili”, anche perché “ci si aspetta che la popolazione in futuro continui a crescere”.

Secondo il consigliere nazionale Thomas Egger (PPD/VS) il chiaro rifiuto odierno dimostra ancora una volta che l’elettorato non vuole “iniziative radicali che non possono essere attuate”. Il PLR, dopo il “no” espresso a questa “iniziativa controproducente”, ha fatto sapere che i suoi eletti analizzeranno la situazione per chiarire se nuove misure siano veramente necessarie. Per l’UDC l’iniziativa non proponeva “soluzioni valide”: per lottare contro la dispersione degli insediamenti, secondo il partito, bisogna ridurre l’immigrazione.

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