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Covid-19: primo decesso di un bambino in Svizzera

Stefan Kuster. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Per la prima volta dallo scoppio dell’epidemia di coronavirus in Svizzera, tra le vittime si conta ora anche un bambino, infettatosi all’estero e residente nel canton Argovia.

Si tratta di un neonato, ha specificato oggi Stefan Kuster, responsabile del settore malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), nel corso di una conferenza stampa a Berna. Il bimbo sarebbe stato ricoverato al Kinderspital di Zurigo.

Kuster, che ha preso il posto dall’inizio di aprile di Daniel Koch, delegato Covid-19 per l’UFSP ora definitivamente in pensione, ha ricordato che anche i bambini si possono infettare, anche se ciò accade più raramente e che i più piccoli sono in genere cattivi vettori del virus. Tuttavia, quanto accaduto è purtroppo successo anche in altri Paesi. Interrogato da un giornalista, Kuster ha anche sottolineato che non gli sono noti casi di focolai da coronavirus in questo cantone.

In merito al numero di infezioni confermate, 32 (e due decessi), Kuster ha affermato che verso la fine della settimana si registra sempre una leggera crescita dei casi, anche a causa del leggero ritardo con cui vengono comunicati i dati da parte dei cantoni. Tuttavia, il trend generale è in discesa. Ciò che si deve fare ora è ricostruire le catene infettive. Se la situazione dovesse cambiare, solo allora si rifletterà se adottare nuove misure.

Oltre a ciò, le persone che presentano sintomi della malattia devono rivolgersi al medico per un eventuale test e seguire le indicazioni in caso di infezione.

Dal canto suo, il Segretario di Stato alla migrazione, Mario Gattiker, ha illustrato la situazione alla frontiere e i prossimi passi in vista del ripristino della libera circolazione. In merito all’Italia, Gattiker ha sostenuto che i colloqui sono in corso, ma che non ci sono novità. A tale riguardo, il Consiglio federale ha già fatto sapere che un’apertura per la Svizzera delle frontiere al 3 di giugno, come ventilato dall’Italia, è prematura.

Barbara Perriard, responsabile per i diritti politici in seno alla Cancelleria federale, ha dichiarato che il governo sta anche riflettendo sul da farsi qualora dovesse verificarsi una seconda ondata epidemica che potrebbe costringere l’esecutivo a rinviare anche le votazioni di settembre, come già fatto per quelle di maggio. Un documento in tal senso dovrebbe essere disponibile ai primi di luglio, ha precisato.

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