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Consiglieri federali con doppia cittadinanza, va bene così

Polemiche avevano preceduto l'elezione in Consiglio federale di Ignazio Cassis. Il cittadino svizzero e italiano ha poi rinunciato al passaporto del Belpaese. KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Non v’è alcun motivo di dubitare della lealtà di un Consigliere federale al beneficio della doppia nazionalità.

È l’opinione della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) che ha bocciato per 13 voti a 9 un’iniziativa parlamentare di Marco Chiesa (UDC/TI) che vuole restringere l’accesso all’esecutivo ai soli cittadini svizzeri.

Sulla scorta delle polemiche, soprattutto in Ticino, che hanno preceduto l’elezione in Consiglio federale di Ignazio Cassis – cittadino svizzero e italiano, che ha poi rinunciato al passaporto del Belpaese -, il consigliere nazionale luganese chiedeva che al governo federale potessero essere elette esclusivamente persone che possiedono solo la cittadinanza svizzera.

La maggioranza della CIP-N, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari, respinge simile restrizione: stando alla Costituzione federale in vigore, “è eleggibile in Consiglio federale chiunque abbia diritto di voto”.

Oltre a ciò, fa notare la CIP-N, oggi il 20% circa “dei cittadini svizzeri possiede due nazionalità e non c’è alcun motivo di imputare in generale a queste persone una mancanza di lealtà nei confronti del nostro (e loro) Paese”.

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