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CN: LAMal, aumentare franchigie quando costi aumentano

Franchigie: la sinistra minaccia il referendum. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Le franchigie dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) vanno adeguate automaticamente all’evoluzione dei costi. È quanto prevede un progetto del Consiglio federale accolto oggi dal Nazionale.

Contraria la sinistra, che minaccia il referendum: per il campo rosso-verde tale automatismo punisce i malati, i poveri e gli anziani. Il dossier è ora pronto per le votazioni finali.

Concretamente, la modifica della Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) prevede che, quando il rapporto tra la franchigia di base e i costi lordi medi per assicurato supera quota 1:13, scatterebbe un aumento di 50 franchi di tutte le franchigie, anche quelle opzionali. La franchigia minima salirebbe quindi, non appena entrata in vigore la modifica legislativa, da 300 a 350 franchi.

Da tale meccanismo sono escluse le franchigie per i bambini, e ciò per tener conto del peso, talvolta elevato, dei premi sui bilanci di molte famiglie. Tuttavia, secondo la maggioranza delle Camere l’adeguamento automatico delle franchigie all’evoluzione dei costi – oggi tale competenza è del Consiglio federale, n.d.r. – rappresenta un passo necessario alla luce del forte incremento delle spese sanitarie.

Chiedendo agli assicurati una maggiore partecipazione ai costi, si potrà favorire un comportamento più attento, impedendo visite mediche e ospedaliere superflue. L’aumento della franchigia potrebbe inoltre spingere più persone – oggi solo pochi approfittano di tale possibilità – a cambiare cassa e modificare la propria franchigia, risparmiando così dei soldi.

Di parere opposto la sinistra, secondo cui l’automatismo propugnato dalla maggioranza non è adeguato per controllare i costi sanitari. Nulla prova che questa modifica della legge sia una misura efficace. Si corre anzi il rischio che sempre più persone rinunceranno a farsi curare: già oggi, il 22% della popolazione non va dal medico per timore di dover mettere mano al portafoglio. Questo provvedimento è inoltre socialmente ingiusto e inaccettabile perché colpisce i poveri e i malati cronici e gli anziani. “No” quindi a una medicina a due velocità.

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