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Brasile: il sequestratore del bus a Rio ucciso da sei spari

Brasile: il sequestratore del bus a Rio ucciso da sei spari KEYSTONE/AP/LEO CORREA sda-ats

(Keystone-ATS) Il 20enne brasiliano, che ieri è stato ucciso dalla polizia dopo aver sequestrato un autobus a Rio de Janeiro, è morto a causa delle sei ferite causate dagli spari dei cecchini. Lo rivelano i risultati dei primi esami resi noti dalle autorità.

L’autopsia ha dimostrato che il sequestratore è stato raggiunto dalle pallottole all’avambraccio destro, la gamba sinistra, il braccio sinistro e due volte al torace. Non è chiaro se si è trattato di sei spari separati, giacché varie ferite possono essere state causate da un solo sparo. Il giovane è stato abbattuto dopo aver sequestrato un autobus sul ponte che porta da Niteroi a Rio, dove ha tenuto in ostaggio decine di passeggeri per tre ore e mezza circa.

I motivi per i quali ha agito – è salito sull’autobus armato con una pistola giocattolo, un coltello, un taser e un bottiglione di benzina con il quale ha minacciato di incendiare il veicolo – restano ancora poco chiari: durante il sequestro non ha mai detto agli ostaggi quali erano le sue ragioni e secondo la sua famiglia era sparito da due giorni, probabilmente in preda a una crisi psicotica.

Il giovane è descritto da parenti e amici come una persona isolata, introversa, che restava per giornate intere rinchiuso nella sua camera navigando su Internet. Quando è salito sull’autobus che ha sequestrato aveva con sé una copia di “Il capitano è fuori a pranzo”, un libro-diario dell’autore americano Charles Bukowski con amare riflessioni sulla morte.

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