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Borsa svizzera chiude in perdita, SMI -0,58%

(Keystone-ATS) Giornata negativa oggi per la Borsa svizzera, appesantita dalle vendite su Roche e Novartis, e di diversi titoli ciclici. In chiusura, l’indice SMI delle blue chip ha ceduto lo 0,58% a 9879,53 punti e l’indice completo SPI lo 0,53% a 11’953.83 punti.

La possibilità che la Fed americana abbassi i tassi di interesse, eventualità ripetuta oggi al Senato degli Stati Uniti da Jerome Powell dopo averlo fatto ieri al Congresso, non ha influenzato gli operatori di mercato, preoccupati piuttosto di un possibile rallentamento congiunturale.

Per quanto riguarda il mercato principale, Novartis e Roche hanno perso, rispettivamente, lo 0,94% a 89,49 franchi e l’1,76% a 270,75 franchi. All’origine di questa frenata, la decisione dell’amministrazione americana sul ritiro di una legge riguardante i ribassi concessi a chi acquista medicamenti. Anche Nestlé ha contribuito a deprimere il mercato lasciando sul terreno lo 0,78% a 102,04 franchi.

Sotto pressione pure i titoli ciclici, con ABB in calo dello 0,62% a 18,47 franchi e Adecco dello 0,82% a 53,20 franchi. Spicca la forte emorragia di Sika (-3,99% a 154.00 franchi), in seguito a una raccomandazione di UBS di vendere il titolo, apprezzatosi del 30% dall’inizio dell’anno.

Più positiva la giornata per UBS (+0,13% a 11,95 franchi) e Credit Suisse (+1% a 12,07 franchi). Tra gli assicurativi, Zurich è avanzata dello 0,15% a 344,80 franchi e Swiss Life dello 0,27% a 489,70 franchi, mentre Swiss Re ha ceduto lo 0,08% a 97,38 franchi.

Il leader del settore riassicurativo, dopo Munich Re, ha deciso oggi di posticipare la quotazione alla Borsa di Londra della sua controllata ReAssure. La sospensione dell’offerta pubblica iniziale (IPO) è dovuta all’indebolimento della domanda da parte dei principali investitori istituzionali in Gran Bretagna. ReAssure è la sesta compagnia di assicurazioni vita dell’isola.

Sul mercato allargato, Bossard ha perso il 4,83% a 132,10 franchi. Il gruppo di Zugo specializzato nelle tecniche di assemblaggio industriale ha registrato vendite in ascesa nel primo semestre del 2019, ma un utile inferiore ai primi sei mesi dell’esercizio scorso. Nel periodo in esame, il fatturato è cresciuto dell’1% a 450,9 milioni di franchi. L’utile netto consolidato è risultato di 41,6 milioni a fronte dei 49 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, pari a una flessione del 15%.

In progressione invece dell’1,41% a 2008 franchi Barry Callebaut: nei primi nove mesi dell’esercizio 2018/2019 (vale a dire nel periodo settembre-maggio) il più grande produttore al mondo di alimenti a base di cacao e cioccolato ha visto i volumi di vendita salire del 5,0% su base annua. Il fatturato dei nove mesi è aumentato del 5,7%, attestandosi a 5,5 miliardi di franchi. I dati sono superiori alle attese degli analisti, che scommettevano in particolare su un incremento dei volumi venduti pari al 3,7%.

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