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Biblioteche: digitalizzazione sempre più pronunciata

Studenti davanti a un computer immortalati alla Zentralbibliothek di Zurigo KEYSTONE/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) La digitalizzazione ha lasciato la sua impronta anche a livello di biblioteche, specie universitarie.

Stando all’Ufficio federale di statistica (UST), se nel 2004 il 21% delle spese per acquisizioni era destinato all’acquisto di documenti in forma elettronica, nel 2018 tale quota è salita al 62%.

Tale fenomeno riguarda anche le altre maggiori biblioteche elvetiche, ma è particolarmente pronunciato per gli istituti universitari.

Insomma, la digitalizzazione dei libri ha dato luogo a un modo diverso di diffusione, accesso e trasmissione del patrimonio culturale. Le biblioteche non hanno fatto altro che adeguarsi a questa evoluzione.

In base a informazioni raccolte l’anno scorso dall’UST, le dieci maggiori biblioteche elvetiche – tra cui la Biblioteca nazionale di Berna, la Zentralbibliothek di Zurigo, le biblioteche cantonali e universitarie di Losanna, Basilea, Berna, Friburgo, Ginevra e Zurigo – custodivano più di 55 milioni di volumi. Nel 2018, 205’225 fruitori hanno preso a prestito 4,56 milioni tra libri, giornali, o altro materiale.

Questi grandi custodi e diffusori di sapere mettono a disposizione anche riviste, manoscritti, microfilm, registrazioni sonore o audiovisive.

Con i suoi 9,4 milioni di libri, la Biblioteca del Politecnico federale di Zurigo è l’istituzione meglio dotata in fatto di offerta per ricercatori, studiosi e studenti. La biblioteca più frequentata è la Zentralbibliothek di Zurigo.

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