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BE: sì a legge polizia, no a legge energia

Polizia cantonale bernese KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) I votanti del canton Berna hanno detto chiaramente sì alla revisione totale della legge sulla polizia: secondo la Cancelleria il testo è stato accolto con una proporzione del 76,4%.

Non è invece passata la revisione parziale della legge sull’energia, bocciata di misura con il 50,6% di no.

La nuova legge sulla polizia, contro cui la sinistra e le organizzazioni di sinti e rom avevano lanciato il referendum, regola in particolare le indagini mascherate preventive atte ad impedire gravi reati.

Il testo introduce anche la possibilità di procedere nei confronti di chi organizza manifestazioni non autorizzate che causano disordini e danni e di chiamarli alla cassa. A far discutere è inoltre la facoltà data alla polizia di allontanare i nomadi che occupano un terreno privato senza chiedere il permesso al proprietario. Per le organizzazioni di sinti e rom della Svizzera, ciò rappresenta una chiara discriminazione nei confronti delle popolazioni nomadi.

Gli aventi diritto di voto erano chiamati ad esprimersi anche sulla revisione parziale della legge sull’energia, volta ad applicare nel cantone le norme della strategia energetica 2050 della Confederazione. Il testo, combattuto da un referendum sostenuto dall’UDC, dal PLR e dai proprietari di immobili, avrebbe completato la legge cantonale del 2011 allo scopo di favorire le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e il risanamento degli edifici.

Il ricorso a riscaldamenti ad olio o a gas sarebbe ad esempio stato autorizzato soltanto in edifici che vengono risanati e meglio isolati o che installano pannelli solari sul tetto. Per i contrari ciò non avrebbe fatto che aumentare le pastoie burocratiche e anche gli affitti. I fautori sottolineavano invece che a conti fatti la riforma avrebbe permesso di ridurre le spese sia per gli inquilini che per i proprietari.

Per entrambi i testi l’affluenza alle urne è stata del 37,9%.

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