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Atene apre solo a mezza Italia, quarantena per il Nord

No a chi arriva da Milano. KEYSTONE/EPA/DIMITRIS TOSIDIS sda-ats

(Keystone-ATS) La Grecia riapre all’Italia ma la divide in due. Chi volerà da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna prima di godersi le sue vacanze dovrà farsi testare e stare in isolamento almeno sette giorni.

Una misura che non riguarda solo le regioni del nord Italia – nella black list ellenica ci sono anche aree di Francia, Olanda, Spagna e praticamente tutta la Gran Bretagna – ma che in un Paese che ha deciso di non imporre restrizioni sulle entrate è stata percepita come un oltraggio. Furioso il governatore del Veneto Luca Zaia, mentre il ministro degli italiano esteri Luigi Di Maio discuterà delle restrizioni in una telefonata con il collega greco Nikos Dendias domani, prima di recarsi in missione ad Atene il 9 giugno.

Il ‘divide et impera’ in salsa greca prevede che dal 15 giugno negli aeroporti di Atene e Salonicco potranno atterrare voli internazionali ma se arriveranno da uno degli scali considerati “ad alto rischio” i passeggeri saranno sottoposti al test del coronavirus. Se negativo, il passeggero si metterà in auto-isolamento per 7 giorni. Se positivo, la quarantena sarà di 14 giorni e sarà controllata. Che è un altro modo per dire, se vieni da una delle aree sulla lista nera ti conviene fare le vacanze da un’altra parte. Una decisione, nell’ottica di Atene, per non mandare in fumo l’impeccabile gestione della pandemia – gli ultimi dati aggiornati parlano di soli 2917 casi di Covid-19 e 175 morti – e allo stesso tempo permettere alla principale risorsa del Paese di ripartire.

Per Zaia però la decisione dei greci è “allucinante”. “Mi chiedo cosa pensino i loro operatori, sono i nostri turisti che vanno lì. Sappiano che non ci vedono più”, ha minacciato il governatore del Veneto sfidando la Grecia ad una gara di test. “Facciamo una prova da loro con i tamponi e vediamo che incidenza ha il virus. Perché non c’è un Paese indenne dal coronavirus. Non siamo degli appestati, ci mancano anche di rispetto. La Grecia deve togliere la nostra regione dal bando, non esiste”, ha tuonato.

Non meno piccato l’assessore al Turismo dell’Emilia-Romagna. “I greci non sono ben informati della nostra situazione sanitaria e non accettiamo di essere considerati degli untori”, ha dichiarato Andrea Corsini. “Se per andare in Grecia queste sono le regole, è uno stimolo a trascorrere le vacanze balneari in Italia e la nostra costa è da cinque anni la destinazione estiva più apprezzata dagli italiani”, ha aggiunto tirando acqua al mulino dell’estate in riviera.

Mentre il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato di “atteggiamenti punitivi non giustificati” perché “la situazione attuale dell’Italia è di livello superiore rispetto alla media degli altri Paesi dell’Ue”. Un concetto che richiama quel “non siamo un lazzaretto” scandito ieri da Di Maio anche agli altri Paesi europei che non vogliono, per il momento, riaprire agli italiani, tra cui Austria e Svizzera.

Vero è che la black-list, che si può leggere sul sito dell’ambasciata greca è stata stilata dall’Agenzia europea per la sicurezza area in collaborazione con l’Oms e, oltre agli aeroporti delle regioni del nord Italia, vi figurano quelli di mezzo mondo. Madrid, Barcellona, Lisbona, tutti gli scali di Londra e di gran parte del Regno Unito, tutto il Belgio, Stoccolma, la zona dell’Ile-de-France, una ventina di scali negli Stati Uniti e via dicendo.

A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, fino a qualche giorno fa l’Italia tutta era stata esclusa dalla lista di 29 Paesi ai quali la Grecia riapriva i suoi aeroporti dal 15 giugno. Tanto che Di Maio aveva programmato per la prossima settimana una missione ad Atene per affrontare la questione con il governo, nell’ambito di un tour europeo che lo porterà anche in Germania e Slovenia. Domani intanto farà la telefonata con il collega Dendias.

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