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Atletica e iperandrogenismo, respinto il ricorso di Semenya

Il Tribunale arbitrale internazionale dello sport (Tas) ha respinto il ricorso dell'atleta sudafricana Caster Semenya che si opponeva al nuovo regolamento della Federazione mondiale di atletica leggera (Iaaf), il quale obbliga le sportive con iperandrogenismo a sottoporsi a una terapia ormonale per abbassare il livello di testosterone. Tuttavia, la corte losannese ha chiesto delle modifiche alle norme. 

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Respingendo le richieste dell’atleta sudafricana, il Tas non ha comunque dato il suo totale benestare alla Federazione. Nelle 165 pagine di sentenza, ha anzi chiesto alla Iaas di rivedere il nuovo regolamento che potrà dunque entrare in vigore solo dopo che i punti critici saranno corretti. 

Secondo gli esperti, le problematiche principali sono tre. In primis, la difficoltà nell’applicare un principio di responsabilità oggettivo fissando il tasso di testosterone limite da rispettare. In secondo luogo, la corte suggerisce di limitare queste regole alle sole discipline di 400 metri e 800 metri in quanto non ci sono sufficienti prove di un effettivo vantaggio per le atlete iperandrogene nelle gare più lunghe. Infine, la corte esprime scetticismo sugli eventuali effetti collaterali del trattamento ormonale. 

Caster Semenya in gara
Caster Semenya è doppia campionessa olimpica negli 800 metri piani. Keystone

Non è dunque una vittoria totale per la Iaas, ma è sicuramente una sconfitta per Semenya e altre atlete iperandrogene (il cui corpo produce un’elevata quantità di ormoni maschili, in particolare di testosterone) che dovranno comunque in futuro sottostare a un regolamento specifico, anche se modificato.

“Preservare l’integrità dell’atletica femminile”

Le nuove regole sono ritenute “discriminatorie” dal Tas, il quale ha però ritenuto che una tale discriminazione costituisce uno strumento “necessario, ragionevole e proporzionato” di preservare l’integrità dell’atletismo femminile nell’ambito di determinate discipline.

La Iaaf ha fatto sapere di esser pronta a recepire i rilievi di Losanna, ma ha anche ricordato che per gli atleti che vogliono competere ai Mondiali di Doha, in programma dal prossimo 28 settembre, ci sono 7 giorni di tempo per ridurre i livelli di testosterone, e sono dunque “incoraggiati a iniziare subito il trattamento”. 

Entro l’8 maggio, chi vuole partecipare ai Mondiali deve sottoporsi a un esame del sangue che attesti il raggiungimento dei livelli di testosterone consentiti dalle nuove norme.
” Per un decennio la Federazione ha cercato di rallentarmi, ma questo mi ha reso più forte. La decisione del Tas non mi fermerà”, ha dal canto suo dichiarato Semenya, doppia campionessa olimpica degli 800.

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