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Jihadista nato in Svizzera rischia la pena capitale in Iraq

Un giovane nato e cresciuto in Svizzera è sotto processo in Iraq per appartenenza all'autoproclamato Stato islamico (Isis), per il quale avrebbe costruito detonatori per bombe. Lo ha rivelato un'inchiesta della Radiotelevisione svizzera e del quotidiano Tages Anzeiger. 

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Il 24enne , che ora si trova in carcere a Bagdad, è nato cresciuto nella svizzera orientale, nella cittadina di Arbon, nel canton Turgovia. Accusato di appartenere all’Isis, ora rischia di essere condannato a morte.

Figlio di cittadini turchi, nella Confederazione già nel 2015 aveva attirato l’attenzione delle autorità per sospetta violazione della Legge federale che proibisce l’appartenenza a al-Qaida, Isis o analoghe organizzazioni.

Cartello comune di Arbon
Assieme al giovane, altre tre persone sono partite per la jihad da Arbon. Molte, per un comune di 15’000 abitanti. SRF-SWI

“Abbiamo decretato un divieto d’ingresso, questa persona non può quindi più entrare in Svizzera. Questa misura si applica in caso di pericolo della sicurezza pubblica e in questo caso ci sono gli estremi”, ha dichiarato Catherine Maret, portavoce della polizia federale. 

Costruiva detonatori per l’Isis

Nell’atto di accusa delle autorità irachene si legge che il giovane, che ha una formazione come elettrotecnico, è stato addestrato all’uso delle armi dall’Isis in Siria. Dopodiché è stato inviato in Iraq dove, secondo quanto avrebbe lui stesso affermato durante un interrogatorio, per nove mesi ha costruito circuiti elettrici per detonatori di bombe. 

Detentore di un permesso di domicilio, ma non della nazionalità elvetica. Il Dipartimento degli esteri svizzero non gli fornisce dunque la protezione consolare. Un avvocato starebbe lavorando per evitargli la pena capitale.

Per l’esperto di terrorismo tedesco Guido Steinberg questo percorso è condiviso da molti altri giovani radicalizzati. 

Le conoscenze, anche rudimentali, in campo elettrotecnico, sono particolarmente ricercate dallo Stato Islamico.

Secondo quanto scritto dal quotidiano Tages Anzeiger, il giovane in Svizzera si sarebbe radicalizzato frequentando una moschea nascosta a Rorschach, ora chiusa.

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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