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Circolo svizzero di Roma, un luogo di fratellanza per gli espatriati elvetici

due persone sedute su un muro
Vista sulla Città Eterna dal Muro della Costituzione Romana. Keystone/AP
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Fondato nel 1886, il Circolo svizzero di Roma è un punto di riferimento per gli espatriati elvetici residenti nella Città Eterna e in tutto il Lazio. Attraverso eventi, incontri e conferenze continua a coltivare quello spirito di aggregazione che ha contraddistinto la sua storia secolare.

“È costituita tra gli svizzeri residenti a Roma una Società col titolo ‘Circolo svizzero’ allo scopo di rendere più frequenti e fratellevoli i rapporti e di animare sempre più i sentimenti di affetto alla Patria”: è con questa frase contenuta nel Protocollo del 23 dicembre 1886Collegamento esterno che iniziò ufficialmente la storia del Circolo svizzero di RomaCollegamento esterno.

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Fabio Trebbi, presidente del circolo dal 2010, rammenta che venne fissata una tassa di ammissione pari a 5 lire e che l’albergatore elvetico Alberto Hassler mise a disposizione i locali dell’omonimo hotel, oggi tra i più rinomati della città, per le prime riunioni.

Dopo la Prima guerra mondiale, nel 1922, cambiarono molte cose e il circolo si aprì anche alle donne. “Vennero per la prima volta ammesse a far parte come socie anche signore e signorine, purché naturalmente cittadine svizzere e ‘ovviamente’ senza diritto di voto deliberativo”, indica Fabio Trebbi citando il vecchio statuto del circolo.

Con l’avvento del fascismo, anche il circolo svizzero dovette adattarsi alla nuova era. Il periodo storico impose che nello statuto venisse chiaramente menzionato il carattere “apolitico e aconfessionale” dell’associazione e che i soci dovevano essere cittadini svizzeri “dalla condotta incensurabile”.

Svizzeri in Italia

In Italia vivono circa 49’600 persone di nazionalità svizzera. Il Collegamento svizzeroCollegamento esterno raggruppa tutte le istituzioni private elvetiche, tra cui i 37 circoli e società sparsi da nord a sud.

Nascita della scuola svizzera

Al ritorno in Italia dopo la Seconda guerra mondiale, molti giovani non erano più bilingue e il reinserimento nelle scuole locali risultava difficile, rammenta Fabio Trebbi. Nacque così l’idea di creare una scuola svizzera a RomaCollegamento esterno.

Inizialmente situata all’Hotel Victoria, la scuola svizzera si trasferì temporaneamente al pianterreno di Palazzo Moroni, l’allora sede del Circolo svizzero. Grazie al contributo della Confederazione, del circolo e al denaro raccolto dalla colonia svizzera di Roma, nel 1946 venne acquistata una villa toscana in via Marcello Malpighi 14Collegamento esterno.

Un locale fu destinato al giardino d’infanzia, mentre il resto dello stabile fu occupato dal Circolo svizzero, che ebbe così la possibilità di disporre di sufficiente spazio per organizzare riunioni e feste. A inizio ottobre 1948, cominciarono le prime lezioni alla scuola svizzera, che nei decenni successivi poté contare su ulteriori spazi ceduti dal circolo.

Tra gli svizzeri che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia del Circolo va citato Alberto Henry WirthCollegamento esterno, l’albergatore che per anni ha gestito l’Hotel Victoria.

Spirito di aggregazione, oggi come nel 1886

Oggigiorno, il Circolo svizzero di Roma è il punto d’incontro, condivisione e coordinamento di quattro realtà: il circolo svizzero propriamente detto; l’OuvroirCollegamento esterno, un ‘salotto’ di incontro delle signore nato nel 1959; la Società svizzera, una società sportivaCollegamento esterno iscritta alla federazione Scherma del Comitato olimpico nazionale italiano; il Rome Swiss NetworkCollegamento esterno, uno spazio per la promozione del networking tra le aziende elvetiche o gestite da imprenditori elvetici. Con cadenza mensile, il Rome Swiss Network organizza i cosiddetti ‘DialoghiCollegamento esterno‘, incontri sui temi di attualità con esperti e professionisti dei più diversi settori.

Accanto a incontri, conferenze tematiche – come quella sulle elezioni federali 2019Collegamento esterno -, gite, concerti e all’irrinunciabile celebrazione per la Festa nazionale del 1° agosto, il circolo “lavora ancora per rafforzare quello stesso ideale con cui era nato”, ovvero il legame con gli svizzeri che desiderano avere rapporti “più frequenti e fratellevoli”, sottolinea Fabio Trebbi.

“Questo spirito di aggregazione non si è perso ora come allora: oltre 500 soci e molti più amici continuano a incontrarsi con lo stesso spirito”, si rallegra il presidente del circolo.

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