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Svizzera preoccupata per minoranze e diritti umani in Cina

Il ministro degli esteri Ignazio Cassis e il suo omologo cinese, Wang Yi. KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) La Svizzera è inquieta circa la situazione delle minoranze, soprattutto in Tibet e nella regione dello Xinjiang, e per la libertà di espressione in Cina.

È quanto indicato oggi dal Consigliere federale Ignazio Cassis al ministro degli esteri cinese Wang Yi, giunto a Berna per una visita di lavoro.

Assieme al ministro cinese, Cassis Ignazio ha accennato anche alla situazione attuale a Hong Kong, dove da mesi sono in corso imponenti manifestazioni in difesa della democrazia nell’ex colonia britannica.

Oltre alla questione dei diritti umani, i due ministri degli esteri hanno affrontato tutta una serie di dossier di interesse comune, come un mercato economico e finanziario funzionante. Oggi la Cina – Paese col quale la Svizzera ha firmato un accordo di libero scambio – è il terzo partner commerciale della Svizzera dopo l’UE e gli USA, con un volume di scambi annuo pari a 44 miliardi (dati del 2018).

Cassis, precisa una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), si è detto contento dell’apertura della Cina, che permetterà di garantire la partecipazione svizzera maggioritaria nella maggior parte delle imprese con sede sul territorio cinese. In questo contesto, ha spiegato il consigliere federale ticinese, un aggiornamento dell’accordo di libero scambio e un accesso al mercato finanziario sono molto importanti per le società svizzere.

Ignazio Cassis, assieme al suo ospite, hanno discusso inoltre del progetto cinese di rivitalizzare l’antica via della seta, la Belt and Road Initiative. Cassis ha sottolineato che un simile progetto – cui molti Paesi guardano con interesse ma anche con sospetto, come gli Stati Uniti, n.d.r – suscita l’interesse del Consiglio federale e deve rispettare determinati standard di qualità sul piano sociale e ambientale.

In ambito multilaterale il consigliere federale ha espresso approvazione circa il ruolo crescente che la Cina intende assumere nel cammino verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima. Il DFAE collabora con la Cina in progetti sul clima, in particolare nel campo dell’inquinamento dell’aria nei grandi centri urbani.

Nel 2020 la Svizzera – uno dei primi Paesi occidentali a riconoscere la Repubblica popolare cinese, il 17 gennaio 1950 – celebra 70 anni di relazioni diplomatiche con la Cina. L’incontro bilaterale odierno costituiva la seconda edizione del dialogo strategico tra i due ministri degli affari esteri avviato nel 2017 allo scopo di rafforzare le relazioni tra i due Paesi.

Dopo aver visto Cassis, il ministro degli esteri Wang Yi ha incontrato il presidente della Confederazione Ulei Maurer per una visita di cortesia.

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