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Brasile, studenti in piazza contro i tagli

Primo piano di giovani in testa a un corteo di manifestanti con cartelli a favore dell educazione e contro il governo Bolsonaro.
Quelli che secondo il presidente brasiliano non sono che "utili idioti". Keystone / Antonio Lacerda

Si è tenuta mercoledì in oltre 200 città del Brasile la prima significativa manifestazione di piazza contro il governo del presidente Jair Bolsonaro, in carica dallo scorso 1° gennaio. Oggetto della protesta è l'annunciata riduzione del 30% del finanziamento pubblico destinato alle università.

A chiamare a raccolta un milione di dimostranti (250’000 a San Paolo e 150’000 a Rio de Janeiro, secondo gli organizzatori) sono stati sindacati e associazioni di studenti, insegnanti e dipendenti del settore dell’istruzione. Chiedono che l’esecutivo annulli la riduzione delle risorse per un totale di 1,7 miliardi di reais, pari a poco meno di 380 milioni di euro. 

Le proteste sono avvenute senza scontri con la polizia. Si ha notizia di alcuni tafferugli e di un autobus incendiato a Rio.

“Utili idioti”

Bolsonaro -parlando con i media a Dallas, negli Stati Uniti, dove si trova per ricevere un riconoscimento della Camera di commercio USA-Brasile- ha ammesso che considera “naturale” che si manifesti contro i tagli all’istruzione.

Nondimeno, ha definito le persone scese in piazza “utili idioti” e “imbecilli usati come truppa di manovra” dall’opposizione. Il problema, ha sostenuto il capo di Stato, è che “in maggioranza sono militanti, gente che non ha niente nella testa”.

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“Questa marcia è una vittoria per i lavoratori perché è la prima a fronteggiare un governo indebolito dagli scandali”, ha detto da parte sua Claudio Lorenzo, segretario generale dell’Associazione dei docenti dell’Università di Brasilia.

Bolsonaro jr. nei guai

Intanto, giovedì, si è appreso di nuovi guai giudiziari per il senatore Flavio Bolsonaro, figlio del presidente brasiliano. Il pubblico ministero che ha potuto esaminare i suoi conti bancari nel quadro di un’inchiesta sui presunti legami con le milizie paramilitari, ha sollevato indizi che l’indagato abbia comprato e venduto immobili a Rio per riciclare denaro.

Tra il 2010 e il 2017, riporta il settimanale Veja, Flavio Bolsonaro avrebbe acquistato una ventina di proprietà, tra uffici e appartamenti, e guadagnato oltre 3 milioni di reais (più di 870’000 euro) in transazioni dove vi sarebbero “sospetti di sottocosto negli acquisti e sovraccosto nelle vendite”.

Per gli inquirenti, la presunta frode potrebbe essere avvenuta per “simulare guadagni di capitale fittizi” che coprirebbero “l’arricchimento illecito derivante dall’abuso di fondi” provenienti dall’Assemblea legislativa di Rio de Janeiro.

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