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Steinmeier vede Schulz, pressing sul leader della Spd

Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e il leader della Spd Martin Schulz (di schiena) KEYSTONE/AP German Government Press Office/JESCO DENZEL sda-ats

(Keystone-ATS) I ‘movimenti’ nella Willy-Brandt Haus sono decisivi in queste ore a Berlino, dove centrale, in vista di una soluzione alla crisi politica, è stato l’incontro di oggi fra il presidente Frank-Walter Steinmeier e il leader dei socialdemocratici Martin Schulz.

Due colleghi di partito, che dopo il fallimento delle trattative per la coalizione di governo ‘Giamaica’ (fra Unione, liberali e verdi) non hanno adottato la stessa linea: l’ex candidato cancelliere ha infatti repentinamente ribadito il suo no a una riedizione della Grosse Koalition, mentre l’inquilino di Bellevue (il Quirinale tedesco) ha chiesto ai partiti, anche al suo, di assumere la responsabilità di formare un governo.

L’ostinazione di Schulz, però, sta provocando molti problemi interni, troppi forse per una leadership già traballante, e a questo punto chiaramente sovraesposta alle critiche. Dal confronto con il presidente non è trapelato nulla – alla Willy Brandt Haus fanno muro perfino sugli orari del colloquio, iniziato alle 15.15 e durato circa un’ora – ma Steinmeier avrà ripetuto a quattr’occhi a lui quello che ha detto pubblicamente lunedì: “Chi si candida per assumere la responsabilità politica non può rifiutarla quando ce l’ha fra le mani”.

Subito dopo, Schulz, che ieri aveva comunque usato un registro accomodante, affermando che il partito conosce le sue responsabilità e che si troverà una soluzione per il Paese, ha incontrato i vertici della Spd, per riferire.

Gli scontenti della Spd intanto si stanno facendo avanti alla spicciolata e la Sueddeutsche Zeitung ha titolato in apertura di giornale che il partito “è diviso”. Il giornale di centro sinistra ha anche accusato Schulz di aver provocato questa situazione di “caos” nel Paese, negando ogni possibilità di un governo. E Karl Lauterbach alla fine non ha escluso questo scenario: “Se nessuna altra strada è possibile la Spd dovrà prendere in considerazione la Grosse Koalition”.

L’opzione che potrebbe salvare la faccia del leader che dal 24 settembre nega ogni coalizione con Angela Merkel è il governo di minoranza, con la tolleranza (e cioè una sponda) dei socialdemocratici. Ma Olaf Scholz, il potente sindaco di Amburgo, che concorre per la guida del partito, di cui si ridiscuterà perlomeno fra due settimane al congresso, ha affermato di essere “molto molto scettico su una ipotesi del genere”, perché la Germania, ha affermato, ha bisogno di un governo stabile. Intanto l’Unione ha mandato diversi segnali: le porte sono aperte per far ritrovare i partner della Grosse Koalition, il cui governo, del resto, è ancora in carica.

Ma anche i conservatori hanno i loro problemi. I bavaresi di Horst Seehofer stanno facendo i conti con lui, di cui da tempo diversi esponenti del partito chiedono un ritiro. “Ho una proposta che dovrebbe portare pace”, ha affermato oggi il leader, pochi minuti prima che uscissero indiscrezioni su una possibile resa in Baviera, dove lascerebbe il campo all’avversario Markus Soeder, senza tuttavia rinunciare alla guida del partito. Che questa sia l’opzione in gioco è stato subito smentito. Ma la soluzione bavarese sarà annunciata al più tardi il 4 dicembre, al congresso.

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