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Svizzera a Expo 2020 senza Philip Morris

Uomo in abito formale con cravatta rossa, accanto a una bandiera svizzera; sul fondo, scritta Centro media Palazzo federale
Il consigliere federale Ignazio Cassis in un'immagine d'archivio. In quanto medico, era stato investito dalle critiche per il possibile partenariato con la multinazionale del tabacco. ©keystone/ Peter Schneider

Il Dipartimento federale degli affari esteri DFAE ha annunciato martedì che rinuncerà al partenariato con Philip Morris all'Expo 2020 di Dubai per non compromettere l'immagine della Svizzera. Le perplessità espresse dagli ambienti contro il tabagismo e da chi è impegnato nella prevenzione, incluso l'Ufficio federale della sanità pubblica, hanno avuto la meglio.

La multinazionale, la cui sede europea è a Losanna, non finanzierà dunque il padiglione, all’ultimo piano del quale aveva intenzione di pubblicizzare un prodotto alternativo alla sigaretta, ma pur sempre contenente nicotina e dunque suscettibile di dare dipendenza o prolungarla.

Il consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri, era finito nel mirino delle critiche anche in quanto medico (ex medico cantonale ticinese) impegnato sul fronte della prevenzione.

Ha dunque preso questa decisione “per evitare che venisse pregiudicato l’obiettivo principale della presenza svizzera a Dubai, ovvero trasmettere un’immagine positiva del nostro Paese”, si legge in una notaCollegamento esterno del DFAE diramata martedì.

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Da parte sua, il maggior produttore di tabacco al mondo si è detto dispiaciuto di questa scelta, biasimando ambienti e attivisti che a suo dire mettono i bastoni tra le ruote alla PM e non vogliono discutere di alternative per convincere i fumatori a smettere, oppure utilizzare altri prodotti meno nocivi della sigaretta.

Servono 7,5 mio dai privati

Per la partecipazione della Svizzera all’Expo 2020 servono 15 milioni di franchi; la metà è da reperire attraverso sponsor privati. Philip Morris International, entrata in contatto con Presenza svizzeraCollegamento esterno – responsabile della ricerca dei contributi, era disposta a versare 1,8 milioni, contribuendo “in modo sostanziale a raggiungere la percentuale richiesta di fondi di terzi”, si legge nella nota del DFAE.

Lo stesso comunicato riferisce che “in questa fase preparatoria il consigliere federale Ignazio Cassis era informato in linea generale degli sviluppi nella ricerca di sponsor, ma non era al corrente dei dettagli dei singoli dossier”.

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A metà giugno, secondo il DFAE, il ministro aveva espresso perplessità in merito a una possibile collaborazione con la multinazionale del tabacco, sulla quale avrebbe dovuto decidere nel terzo trimestre dell’anno. Ha poi deciso di anticipare la sua valutazione “a seguito delle notizie diffuse” dai media dopo l’anticipazione del quotidiano zurighese Tages-Anzeiger lo scorso 22 luglio.

In aggiunta alla sua decisione, il consigliere federale ha incaricato Presenza Svizzera di riconsiderare l’attuale politica del DFAE in materia di sponsorizzazioni.

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