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La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha bocciato il ricorso di due genitori musulmani di Basilea che avevano rifiutato di lasciar partecipare le figlie alle lezioni obbligatorie di nuoto miste impartite alle scuole elementari. Secondi i giudici di Strasburgo, le autorità basilesi non hanno violato la libertà di coscienza e di religione infliggendo loro multe per complessivi 1400 franchi (1300 euro).
La coppia aveva motivato il suo veto –nell'agosto 2008, quando le bambine avevano rispettivamente sette e nove anni- con la volontà di educare le figlie conformemente ai precetti del Corano. I corsi di nuoto misti, avevano inoltre osservato, sono incompatibili con il senso del pudore che desideravano inculcare alle figlie ancor prima della pubertà.
Nella sentenza pubblicata martedì, la Cedu afferma che il margine di apprezzamento di cui godono le autorità cantonali non è stato oltrepassato, e consente loro di “far primeggiare l'obbligo per i bambini di seguire integralmente la scolarità e il successo della loro integrazione sull'interesse privato dei genitori di vedere le loro figlie dispensate dai corsi di nuoto misti per motivi religiosi".
I due genitori musulmani di Basilea, turchi naturalizzati svizzeri, nel 2012 si erano visti bocciare il loro ricorso dal Tribunale federale, l’alta corte elvetica, che aveva confermato la sanzione inflitta dalle autorità basilesi nel 2010 e approvata dal Tribunale amministrativo cantonale nel 2011.
Il Tf aveva respinto i loro argomenti e mantenuto la propria giurisprudenza stabilita tre anni prima, quando aveva sentenziato che l'obbligo di partecipare ai corsi di nuoto misti non costituisce una violazione inammissibile della libertà religiosa, nemmeno per i bambini di confessione musulmana.
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG 12.30 del 10.01.2017)
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