C’era una volta Danzica
I cantieri navali, simbolo della lotta al regime comunista di Jaruzelski, esistono ancora ma con la svolta economica impressa dalla caduta del Muro sono entrati in una profonda crisi da cui non sono più usciti.
DanzicaCollegamento esterno, città affacciata sul Baltico, è la culla di SolidarnośćCollegamento esterno, il movimento che liberò la Polonia dall’ipoteca esterna dell’Unione Sovietica. Nacque nel 1980, dopo un grande sciopero ai cantieri navali. Lech WałęsaCollegamento esterno ne fu il leader.
“Se c’è un peso da sollevare, arriva qualcuno a darti una mano. Noi dovevamo sollevare l’Urss e il comunismo. Ci siamo organizzati, e ci siamo riusciti”. Questa, secondo lui, fu la filosofia semplice e vincente di Solidarność.
Wałęsa, Nobel per la pace nel 1983 e presidente della repubblica nel 1990-1995, ci ha ricevuto nel suo ufficio di Danzica raccontandoci alcuni momenti chiave della lotta polacca per la democrazia, quali la visita apostolica di Papa Giovanni Paolo II nel 1979 e, dopo il crollo del regime nell’89, le riforme economiche approvate dal governo di Solidarność. Ebbero costi sociali enormi, ma per Wałęsa furono necessarie: “Per avere la libertà c’è sempre un prezzo da pagare”, ci ha detto.
La transizione economica, una vera e propria terapia d’urto, avrà nel tempo un impatto anche sui cantieri navali di DanzicaCollegamento esterno. Nell’80 avevano 20mila dipendenti, oggi se ne contano circa mille. Salvati dal crack da un’azienda ucraina, una dozzina di anni fa, oggi sono tornati nelle mani dello Stato, che sta cercando il difficile rilancio.
L’intervista integrale a Lech Wałęsa è stata realizzata per “LaserCollegamento esterno“, in onda oggi, lunedì 22 luglio, alle 09.00 su Rete Due. Proprio il 22 luglio del 1983, in Polonia, fu revocata la legge marziale, introdotta il 13 dicembre 1981 nel tentativo di schiacciare l’opposizione politica, guidata da Solidarność
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