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Scambio automatico informazioni fiscali, fermarsi dice UDC

Scambio automatico di informazioni fiscali con il Cremlino? Impensabile per l'UDC. KEYSTONE/EPA/YURI KOCHETKOV sda-ats

(Keystone-ATS) L’UDC si oppone con fermezza all’estensione dello scambio automatico di informazioni fiscali a Paesi che – a suo dire – hanno regimi autoritari quali Cina e Russia. Invita perciò il Consiglio federale a “una pausa di riflessione immediata”.

Il governo è intenzionato ad estendere dal 2018/2019 l’accordo fiscale, passando dagli attuali 38 a 41 Stati. Si tratta di una “estensioni inutile, precipitosa e irresponsabile”, scrive il partito nella risposta alla procedura di consultazione, stando a quanto si legge in un comunicato odierno.

Un accordo con Paesi quali Brasile, Cina, Messico o Russia “avrebbe conseguenze chiaramente negative per gli svizzeri all’estero che vivono in queste nazioni”.

L’UDC invita quindi il Consiglio federale a verificare nel dettaglio gli effetti degli accordi esistenti prima di concluderne di nuovi. “È fuori questione che la Svizzera concluda accordi con Stati che non rispondono alle esigenze costituzionali in fatto di protezione dei dati”, conclude la nota.

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