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Venezia si rifà bella anche grazie alla Svizzera

Restaurare opere che hanno un legame con la Svizzera: è l'obiettivo della Fondazione Svizzera Pro Venezia, che mercoledì inaugura l'ultimo progetto.

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Ci sono voluti quasi due anni di lavori per restaurare la Cappella dei Tessitori di Seta, opera degli stuccatori ticinesi che si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti, e la pala d’altare di Palma il Giovane. Gli sforzi hanno però pagato ed ormai è tutto pronto per l’inaugurazione prevista mercoledì. 

I lavori sono stati resi possibili grazie al contributo della Fondazione Svizzera Pro VeneziaCollegamento esterno, che da quasi cinquant’anni (è stata fondata nel 1972) “cerca progetti o oggetti da restaurare che hanno un legame con la Confederazione”, precisa alla Radiotelevisione svizzera Giordano Zeli, presidente della Fondazione.

Nel corso della sua storia, l’istituzione – finanziata da enti pubblici svizzeri e da privati – ha portato a termine numerosi restauriCollegamento esterno: Chiesa di San Stae, Colonna di Marco, facciata della chiesa di Santa Maria del Giglio, diversi dipinti e sculture…

Una presenza secolare

L’idea di creare una fondazione è nata nel novembre 1966, dopo l’alta marea che invase Venezia “mettendo in drammatico risalto la fragilità del centro storico e della laguna”, si legge sul sito. “L’Unesco rivolse allora un pressante appello alla comunità internazionale affinché offrisse solidarietà e tangibile aiuto agli organi preposti alla tutela della città”. Un appello che in Svizzera non cadde nel vuoto.

La presenza svizzera nella città lagunare ha una lunga storia. I primi ad arrivare a Venezia furono i mercenari, in particolare dal cantone Grigioni. Vi furono però anche molti architetti, artisti, scalpellini, imprenditori… Si possono menzionare, ad esempio, la famiglia Lombardo, a cui si deve la ricostruzione dell’ala est di Palazzo ducale, distrutta da un incendio nel 1483, Giuseppe Sardi, che firmò la facciata della Chiesa degli Scalzi, o ancora il finanziere bernese Giovanni Stucky, che costruì l’omonimo complesso neogotico sull’isola della Giudecca.

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